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Napoli – Droga e guerriglia a San Giovanni a Teduccio, scatta l’ennesimo blitz anticamorra e in manette finiscono i nuovi reggenti del clan Reale, storico sodalizio criminale del rione Pazzigno. Ieri sera, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli la polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa da gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di sei indagati, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, trasporto, commercializzazione e vendita di sostanza stupefacente, estorsione, detenzione illegale di arma da fuoco, per conto del clan Reale-Rinaldi. 
 
Gli elementi acquisiti hanno consentito di ricostruire l’operatività del clan Reale con particolare riferimento alla gestione delle piazze di spaccio che costituisce una delle ragioni del ventennale scontro tra il cartello Reale-Rinaldi e il clan Mazzarella. Tra i destinatari del provvedimento cautelare c’è anche il 32enne Salvatore Nurcaro, uno dei presunti capi e promotori dell’associazione riconducibile al clan Reale, che nel pomeriggio del 3 maggio 2019, è rimasto vittima, in piazza Nazionale, di un agguato nel corso del quale è stata ferita per errore anche la piccola Noemi. La svolta è arrivata grazie alle più recenti intercettazioni, che hanno consentito di ricostruire oltre alla dinamica dell’agguato anche il movente, individuato nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti, e, in particolare, in un debito di Nurcaro nei confronti di un membro del clan Formicola.
 
È emerso, infatti, che Nurcaro, nel tentativo di recuperare delle somme per onorare il debito, avrebbe cominciato a pretendere il denaro delle piazze di spaccio di appannaggio del clan Mazzarella. Le attività, oltre a confermare l’attualità dell’inserimento di Nurcaro nel clan Reale-Rinaldi, hanno permesso anche di riattualizzare il ruolo di tutti gli affiliati già emersi dalle intercettazioni svolte dal novembre 2015 sino al novembre 2016, in particolare di Pasquale Reale (classe 1996), Antonio Reale (classe 1991) e Vincenzo Reale (classe 1997), fornendo, secondo gli inquirenti, un chiaro riscontro alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.