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Benevento – Le cento panchine tra i professionisti le ha festeggiate a Bergamo Roberto De Zerbi. Da giocatore ne conta invece 266 in tutte le categorie italiane, con annessa parentesi in Romania con la maglia del Cluj. Tra i colori difesi dal bresciano, però, mancano quelli rossoneri del Milan, la squadra che sfiderà per la seconda volta in carriera da quando ha intrapreso l’avventura in panchina. Ci aveva provato l’anno scorso, quando col Palermo si arrese di misura alla formazione di Vincenzo Montella. Era il 6 novembre 2016 e il Diavolo si impose al “Barbera” per 2 a 1 con rete decisiva di Lapadula, dopo il botta e risposta tra Suso e Nestorovski.

Eppure, tornando al De Zerbi calciatore, tutto lasciava presagire a un futuro con il Milan, la società che decise di puntare su di lui portandolo via dalla sua Brescia. Meno di cento chilometri di distanza e una valigia colma di sogni e di speranze per il giovane Roberto, capace di far subito colpo sull’ambiente rossonero. La trafila nelle giovanili fino all’approdo in Primavera, guadagnandosi il soprannome di “Piccolo Genio“. Un appellativo di non poco conto se si considera che in prima squadra giocava un certo Dejan Savićević, il “Genio” per eccellenza. 

Nella stagione 1998/99 viene aggregato alla prima squadra allenata da Alberto Zaccheroni. Sembra l’inizio dell’ascesa del talento bresciano, in campo in tutte le amichevoli estive. Segna contro il Bellinzona, titolare contro il Panathinaikos, altro gol al Monza e una mezz’ora contro lo Standard Liegi partendo dalla panchina. Quella contro i belgi, però, resterà l’ultima apparizione con i rossoneri di De Zerbi, spedito in prestito allo stesso Monza e mai più tornato a “Milanello“. Tre anni, dal 1995 al 1998, senza mai debuttare ufficialmente con il Milan e quella valigia disfatta e poi rifatta riempiendola di rimpianti. «Ero il pupillo di Boban e Baggio», ha confessato a distanza di anni De Zerbi che in carriera ha raccolto minori soddisfazioni rispetto a un talento riconosciuto da molti ma mai pienamente sbocciato. Quelle soddisfazioni che adesso cerca da allenatore e che proverà a rincorrere chiedendo strada proprio al Milan, la società con la quale tutto ebbe inizio.