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“In base al piano vaccinale, nel primo trimestre dovremmo ricevere 15 milioni e 700mila dosi. Siamo al 10 marzo e formalmente ne risultano consegnate poco meno del 50%. Se le aziende non dovessero incorrere in penali, significa che in tre settimane dovremmo ricevere circa 8 milioni di dosi di vaccino. Mi chiedo come faremo a somministrarle”.

Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sottolineando come sui vaccini ci siano “tre ordini di problemi: le forniture, la rapidità di somministrazione e le categorie a cui sono state somministrate le dosi” . Di quelle ricevute, ha aggiunto Cartabellotta, “ne sono state somministrate circa l’80%, ma in percentuali variabili. Se per Pfizer c’è un parallelismo tra consegne e somministrazioni, per Moderna c’è un po’ meno e c’è molto poco per AstraZeneca. Con Pfizer e Moderna si è vaccinato prevalentemente personale sanitario e Rsa, la vaccinazione era logisticamente più semplice da organizzare.

Con AstraZeneca ci spostiamo sul territorio e quindi il modello organizzativo regionale, la presenza di un’anagrafe vaccinale, il sistema a chiamata piuttosto che su prenotazione, le risorse umane disponibili stanno creando delle differenze regionali”. Quanto al problema delle categorie che vengono vaccinate, ha concluso, “non abbiamo ad oggi percentuali omogenee di ultraottantenni vaccinati nelle varie regioni, i meccanismi e le priorità regionali stanno funzionando in maniera differenziata”.

Poi Nino Cartabellotta ha commentato i dati dell’Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari regionali relativi all’occupazione dei posti letto Covid in terapia intensiva che ha superato a livello nazionale la soglia ‘critica’ del 30% “Parlare di misure nazionali generalizzate è un capitolo delle misure restrittive, poi è evidente che nelle diverse regioni il virus circola in maniera diversa e ha un impatto sul sistema sanitario diverso”. 

“Il virus – ha precisato – non sta circolando alla stessa maniera in tutte le regioni. Le terapie intensive hanno superato ieri sera la soglia del 30% di occupazione, però bisogna tenere conto che ci sono regioni che arrivano al 67% come il Molise o al 57% come l’Umbria e regioni come valle d’Aosta o Sardegna che sono al 10-12 per cento”