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Ovunque, da anni, la Lega sostiene le battaglie dei comitati contro gli impianti di incenerimento. Battaglie entrate a pieno titolo in atti istituzionali di esponenti leghisti di numerose aree del Centro e del Nord Italia, se non addirittura nei loro programmi elettorali. La volontà palesata dal ministro Salvini di fare in Campania un inceneritore in ogni provincia è un voltafaccia che non ha nulla a che vedere con il contrasto a una paventata nuova emergenza nella nostra regione. Il segretario della Lega spieghi, piuttosto, perché a Milano, Terni, Piacenza, Sanremo, Lecco e in numerose altre località i suoi esponenti si sono opposti a questa tipologia di impianti, ritenendoli dannosi e superati, mentre andrebbero bene oggi in Campania”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.

Non sono i “no” richiamati da Salvini a foraggiare la camorra, quanto piuttosto le troppe certificazioni rilasciate con eccesso di superficialità a società che si sono poi ritrovate coinvolte in inchieste giudiziarie. Concentrasse il suo impegno su questo il ministro degli Interni. E se siti e impianti continuano a bruciare, il problema è nella mancanza di sorveglianza, competenza del Viminale, ma anche perché c’è la necessità di eliminare l’eccesso di materiale accumulato senza un limite soglia o per alimentare la necessità di nuovi impianti. Si attivasse piuttosto, il ministro degli Interni, per capire se c’è un business dietro tutto questo e a chi giova”.