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Hanno fatto rumore le parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in occasione della giornata inaugurale della 55ma edizione del Vinitaly di Verona, pronto a ribadire che gli italiani devono andare a zappare nei campi, facendo riferimento a chi percepisce il Reddito di Cittadinanza. Parole in grado di provocare discussioni in tutto lo stivale, ma soprattutto tra gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, da sempre sostenitori della riforma di contrasto alla povertà. “Ministro, pur di incassare 2 applausi al Vinitaly si è permesso, in modo becero, di attaccare gli italiani in difficoltà, e cioè i percettori del reddito di cittadinanza – ribadisce l’On. Alessandro Caramiello, intervenuto alla Camera dei deputati -. Ma lei non ha studiato i numeri, se lo avesse fatto saprebbe che, solo l’anno scorso, nel settore agricolo sono state assunte circa 100mila risorse appartenenti a famiglie percettivo del reddito. Ma lei ha preferito la propaganda alimentando l’odio sociale: personalmente, ritengo vergognoso far passare la povertà come una sorta di colpa per un crimine che uno non si è mai commesso”.

Il settore agricolo merita rispetto anzitutto, ma anche tanta competenza e professionalità. Vi ricordo che la campagna elettorale è finita da tempo…eppure, ancora stiamo aspettando che questo Governo organizzi dei corsi formazione per i giovani che vogliono cimentarsi con la pratica agricola: o pensate che basta raccogliere quello che viene seminato per lavorare nel mondo dell’agricoltura? Ritengo che non basti firmare un decreto sul caporalato: vanno create le condizioni politiche, con provvedimenti attuativi, per garantire un salario minimo da destinare a chi lavora nei campi – ha aggiunto il capogruppo della Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati, Alessandro Caramiello -. Solo così si mette la parola fine allo sfruttamento: tutto il resto è sterile propaganda!”

Ministro, lei ha invitato i più poveri a misurarsi coi campi di patate, che lei interpreta come una sorta di castigo divino per quelli che ritiene essere fannulloni – conclude l’On. Alessandro Caramiello. Ledendo la dignità degli agricoltori e di quei padri di famiglia che oltre alle sofferenze quotidianamente vissute per il proprio stato di indigenza, devono anche espiare il fardello di vederla occupare uno scranno al dicastero dell’agricoltura. Onorevole Ministro, non il Movimento 5 stelle ma 5 milioni e mezzo di poveri e oltre 1 milione di dipendenti nel settore agricolo attendono risposte concrete e non chiacchiere di littoria memoria”.