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C’è un’Agenda condivisibile per il domani, un’agenda semplice che raccoglie aspettative e desideri di tutti coloro che ogni mattina si svegliano e si impegnano per costruire un paese e una comunità migliori. Un’agenda desiderabile e realmente trasformativa. È sul tavolo della Società civile che per le Elezioni politiche di settembre 2022 non intende tacere o restare a guardare.

I Piccoli Comuni del Welcome, i Borghi Autentici d’Italia e i Sindaci del Recovery sud aderiscono al Manifesto promosso da NeXt-Nuova economia per tutti: con il nuovo governo saremo collaborativi ma inflessibili rispetto agli obiettivi che aspettiamo da troppo tempo per le nostre Comunità.

Se sommiamo i cinquantuno della Rete nazionale dei Piccoli Comuni del Welcome, i duecentosettanta di Borghi Autentici d’Italia e i trecentoventitré di Recovery sud, sono in tutto seicentoquarantaquattro i Sindaci italiani che hanno aderito al Manifesto promosso da NeXt Nuova economia per tutti e che vede tra i primi firmatari Leonardo Becchetti (direttore Festival nazionale dell`Economia civile e co-fondatore Next), Mauro Magatti, Alessandro Rosina, Paride Stefanini, Massimo Mauro, Santo Versace, Marco Bentivogli, don Virginio Colmegna, Luigino Bruni, Tiziano Treu, Luca Jahier, Ermete Realacci, Luca de Biase, Gianluca Galletti, Giusi Biaggi (Presidente di Cgm), Ilaria Catastini, Mariangela Cassano (presidente ActionAid), Eleonora Rizzuto (presidente Aiesec), Chiara Giaccardi ed Elena Granata (vicepresidente Sec) e la Rete nazionale Per un Nuovo Welfare formata da oltre settanta soggetti e organizzazioni della società civile italiana.

Il Manifesto
In vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre 2022, l’Appello chiede ai Segretari delle forze politiche di mettere al centro l’Agenda politica sperimentata sul campo delle buone pratiche del Paese.

Un’agenda fatta di parole chiave come cittadinanza attiva, sussidiarietà, partecipazione, co-progettazione e co-programmazione, consumo e risparmio responsabile, comunità energetiche, felicità e ricchezza di senso del vivere, dove i cittadini non siano sudditi, meri elettori o leoni da tastiera ma protagonisti del progresso civile.
I contenuti del manifesto sono orientamenti e proposte sui temi dell’Europa, del lavoro, della sostenibilità ambientale, della lotta alla povertà, del welfare e della cura.
Al centro, buone pratiche e temi attraverso i quali la domanda chiede all’offerta (i partiti) di lavorare sull’agenda della società civile. Il progresso civile e il bene comune dipendono – si legge nel Manifesto – da un lavoro comune di partiti e società civile attorno a questa piattaforma condivisa. In quest’ora della storia – prosegue il documento – occorre essere forti e lucidi. La mèta è (ri)partire. Ciascuno porti il proprio mattone per costruire la casa comune. La classe politica ha bisogno di nuove persone competenti e coraggiose, capaci di liberare speranza e sogni.

I temi
Il Manifesto della Società civile indica chiaramente che il sostegno alle prossime politiche andrà ai candidati che sapranno riconoscere innanzitutto che la prima risorsa da valorizzare è dunque quella della persona e della sua espressività: la cittadinanza attiva come unica linfa che può dare forza e vitalità alla democrazia.

In campo internazionale, al prossimo parlamento e governo il Manifesto chiede un ancoraggio e un contributo attivo a quella politica europea, costruita nel tempo grazie al contributo prezioso di tanti nostri esponenti e statisti, che negli ultimi tempi ci ha offerto lo scudo solidissimo di una Banca Centrale e di istituzioni che hanno guidato il paese attraverso le tempeste dello shock pandemico.

Su scuola e lavoro si chiede un investimento su formazione continua e percorsi di riqualificazione rapidi ed efficaci e una battaglia comune sul “lavoro dignitoso”, libero, creativo, partecipativo e solidale, che non solo rispetti la dignità della persona ma la faccia fiorire.

Centrali anche il tema del welfare che sia umano, non solo ripensato e rafforzato ma capace di protezione e riscatto degli ultimi, e della sfida climatica ed ecologica, per la quale il Manifesto di Next chiede un impegno vero ad intercettare quel futuro ormai alla portata di mano viste le traiettorie del progresso tecnologico globale, fatto di produzione diffusa e partecipata di energia da fonti rinnovabili che ci assicuri una vera indipendenza energetica da poteri stranieri.

Le adesioni
La Rete nazionale “Per un Nuovo Welfare”
Le oltre cento organizzazioni della Società civile di “Per un Nuovo Welfare” hanno firmato questa “alleanza del fare” per dare il proprio contributo alla costruzione di una politica che riparta dal tanto che già esiste: Nel terzo settore e nella società civile – spiegano in una nota – l’Italia ha professionalità, competenze ed esperienze che costituiscono un patrimonio immateriale che deve essere ascoltato e chiamato in questa nuova fase politica.

I princìpi di sussidiarietà e coesione sociale, la partecipazione democratica e le azioni di cittadinanza attiva, ma soprattutto le politiche di welfare di comunità, la centralità della persona umana, l’accoglienza delle fragilità, il rifiuto della guerra, la conversione ecologica hanno ispirato i sette position paper del 2020, che restano i sette punti fondamentali che la Rete “Per un Nuovo Welfare” porta nella Alleanza promossa da NeXt.

I sette position paper
Crediamo – dice il portavoce di Per un Nuovo Welfare, Angelo Moretti – che la collaborazione, nelle forme di co-progettazione e co-gestione tra Ente pubblico e Terzo settore, sancite anche dalla Corte costituzionale, sia la forma più alta di espressione dell’Italia “del fare” che nei momenti di crisi ha dimostrato di garantire nei territori e nel tessuto sociale una tutela diffusa e capillare delle fasce deboli e che continua ad essere la migliore forma di “politiche delle città”, soprattutto delle aree interne e dei medi e piccoli Comuni. Restiamo fermamente convinti – conclude Moretti – che chi si candida alla guida dell’Italia non possa prescindere dall’ascolto e dal coinvolgimento attivo, sia nella programmazione che nell’azione, della Società civile impegnata ogni giorno nella cura e rigenerazione di persone e territori.

Per un Nuovo Welfare – della quale, peraltro, Becchetti e NeXt sono componenti – chiede dunque che anche i temi sociali ed economici richiamati nei propri sette Position Paper pubblicati da Vita nel 2020 (qui) entrino nella “Agenda” politica di chi, dal 25 settembre 2022, avrà la responsabilità di governare il nostro paese.

La Rete dei Sindaci “Recovery sud”
Un’alleanza trasversale e inclusiva dei movimenti sociali e civici che coinvolga le migliori esperienze politiche locali oggi è quanto mai necessaria. Nell’attuale sistema politico-elettorale rischiano di prevalere solo gli interessi forti, gli stessi che stanno facendo passare in second’ordine la priorità del superamento del divario Nord-Sud, con ciò che comporta in termini di perdita di diritti da parte di oltre venti milioni di cittadini. Al contrario, oggi è diventato inspiegabilmente urgente inseguire il feticcio dell’autonomia differenziata, creando ulteriori pericolose divisioni nella nostra società. E questo va assolutamente contrastato.

Così la Rete dei 323 Sindaci Recovery Sud motiva l’adesione all’Appello lanciato da NeXt-Nuova Economia per tutti e partecipa all’alleanza trasversale e inclusiva invocata nel Documento.

Proposta dalla Sindaca di Roseto Capo Spulico Rosanna Mazzia, l’adesione è salutata con entusiasmo dall’aggregazione dei primi cittadini meridionali, coordinata da Davide Carlucci, Sindaco di Acquaviva delle Fonti. Tra i Sindaci più attivi del movimento anche Maria Grazia Brandara, Sindaca di Naro e Presidente del GAL Sicilia Centro-meridionale, e Vito Fusco Sindaco di Castelpoto, che insieme alla Mazzia sono anche Sindaci della Rete del Welcome.

I dieci punti

Recovery Sud però propone a Next di affiancare al Manifesto i Dieci punti dell’Agenda Sud, un decalogo promosso dalla Sindaca Mazzia nel gruppo dei Sindaci del Recovery e che sta facendo strada e macinando consensi.

Dieci punti che per i trecentoventitré Sindaci devono essere inseriti nel programma politico di chi, dal 25 settembre 2022, avrà la responsabilità di governare il paese: un piano straordinario di assunzioni nei Comuni in deficit di personale, Borse di studio Mediterranee e legge per agevolare il rientro dei cervelli in fuga, rifiuto dell’autonomia differenziata, attivazione del fondo da 4,6 miliardi per la perequazione infrastrutturale, investimenti per il rilancio delle aree produttive nelle aree meridionali, blindatura della territorializzazione delle risorse del PNRR, una quota riservata al Sud nelle politiche di attrazione degli investimenti del Mise, l’attuazione dei Lep, un piano di valorizzazione dei beni culturali del Mezzogiorno con la riforma dell’Art Bonus, l’attuazione celere della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), un piano di sviluppo turistico-naturalistico destinato alle aree interne del Mezzogiorno.

Siamo convinti che chi si candida alla guida dell’Italia non può prescindere dall’ascolto e dal coinvolgimento della Società civile – spiega Davide Carlucci – allo stesso modo riteniamo che vadano ascoltati gli amministratori delle aree più marginali e svantaggiate, quelle che fanno da sfondo alle situazioni di povertà e degrado che siamo chiamati a contrastare ma anche alle esperienze di innovazione sociale e di riscatto che possono rappresentare una speranza per il futuro dell’Italia.

Borghi Autentici d’Italia

Rosanna Mazzia, che è anche Presidente dei Borghi Autentici d’Italia, rete di 270 Comuni in tutta Italia, aggiunge: C’è l’esigenza forte di vedere colmati i divari, di sentire che le ingiustizie sociali hanno voce e trovano accoglimento. Sentiamo di dover dire al governo e al parlamento che verranno che noi Sindaci, in particolare quelli dei piccoli comuni, insieme alle forze sociali che si stanno organizzando, non siamo disponibili a vedere vanificati gli sforzi fin qui fatti e i risultati, ancora troppo pochi, che faticosamente sono stati raggiunti. Saremo collaborativi ma inflessibili rispetto agli obiettivi che aspettiamo da troppo tempo per le nostre Comunità, per decenni considerate periferiche e marginali. Da tempo andiamo dicendo che, invece, sono state volutamente marginalizzate. Ed è per questo che vigileremo. Occorre invertire la tendenza per riportare al centro il diritto delle persone di scegliere di vivere dove vogliono, avendo la garanzia di poter esercitare gli stessi diritti.