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Un lungo momento di spiritualità a sostegno dell’azione di pace nella quale è impegnato Papa Francesco e la Chiesa per porre fine al bagno di sangue nel cuore dell’Europa”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, portando il suo saluto alla inaugurazione del Giubileo Verginiano per i 900 anni della fondazione dell’Abbazia di Montevergine, in provincia di Avellino, presieduta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. De Luca, dopo aver ricordato le “profonde radici mariane della comunità irpina“, ha sottolineato che “la diplomazia da sola non basta se non è accompagnata da una forte e convinta ispirazione religiosa”.

Preghiamo lo Spirito Santo perchè armonizzi le differenze e le diversità che da cause di conflitto diventino fonti di ricchezza”. Lo ha detto, in riferimento all’azione diplomatica del Vaticano sulla guerra in Ucraina, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, intervenendo come legato pontificio all’inaugurazione dell’Anno giubilare per i 900 anni dell’Abbazia di Montevergine.
Alla cerimonia hanno partecipato anche l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, e il metropolita greco-ortodosso d’Italia e di Malta, Polikarpos Panagiotis Stavropoulos.

La Regola benedettina, gli insegnamenti del santo patrono d’Europa sono, accanto al valore spirituale, “un monumento all’etica laica del servizio, per chiunque si riconosca nelle radici più profonde della cultura e della democrazia europea”. Lo ha ricordato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo alla celebrazione d’apertura dell’anno giubilare per i 900 anni dalla fondazione dell’abbazia benedettina di Montevergine (Avellino), presieduta dal cardinale Pietro Parolin.
La Regola benedettina “dopo il crollo dell’Impero romano, nel momento più critico dell’Occidente, lanciò un seme di rinascita, un nuovo modello di comunità con al centro la persona”. Un modello che, per Piantedosi, resta attuale “per la sua formula evoluta di convivenza sociale: un piccolo sistema a vocazione universale che invita a prendere gli uomini come sono, tenendo conto dei vulnerabili e valorizzando ciascuno per i suoi meriti”. Insomma “rifuggire l’appiattimento ugualitario ma anche prendersi cura dei più fragili, ognuno compiendo la propria missione senza negligenze”.
Il ministro concude ricordando come la statua di San Benedetto abbia resistito durante il terremoto a Norcia: “Allo stesso modo il messaggio del patrono d’Europa non vacilla, dovremo fare in modo che così sia anche per i terremoti non solo fisici che avremo in futuro. Intorno ai suoi insegnamenti potrà continuare a svilupparsi, per credenti e laici, l’architettura di valori da cui discende la nostra democrazia”.