- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Salerno – Resta detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere dove dovrà scontare cinque anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e un maxi risarcimento danni da determinarsi in sede civile, il militare pedofilo dell’esercito italiano, un 33enne originario della Puglia, in servizio presso la caserma di Persano arrestato a fine estate 2020 con l’accusa di tentata violenza sessuale, detenzione materiale pedopornografico, corruzione di minore e sostituzione di persona, nei confronti di una bambina di 12 anni residente in una cittadina del cratere salernitano.
Condanna a cinque anni che ieri ha visto i giudici della Corte d’Appello di Salerno, come chiesto dal Procuratore generale e dal legale della minore, l’avvocato Michela Palmieri, confermare la sentenza di condanna inflitta dal giudice di primo grado, negando così la richiesta avanzata dai difensori del militare, gli avvocati Carmine Di Paola e Michele Mastrorillo, di riduzione della pena ad un anno e l’ottenimento degli arresti domiciliari.
A far finire in carcere l’uomo, la denuncia presentata ai carabinieri di Contursi Terme, dalla mamma di una bambina 12enne che, accompagnata dall’avvocato Palmieri ai carabinieri raccontò di aver scoperto che la figlia minore intratteneva dei rapporti di frequentazione e di amicizia che avvenivano attraverso chat erotiche e videochiamate sui canali social Instagram e Telegram a cui seguivano degli incontri con un uomo adulto che si spacciava per uno studente di 18anni. La testimonianza chiave della donna, che aveva scoperto tutto sottraendo di nascosto il telefono alla figlia la quale aveva spiegato alla madre che stava messaggiando con un ragazzo milanese conosciuto nella piazza centrale di Contursi Terme, portò in poche ore i carabinieri della locale stazione, ad individuare, perquisire e arrestare il militare pedofilo che aveva adescato la 12enne tramite le applicazioni di messaggistica istantanea dove si presentava con un profilo riferibile ad un giovane 18enne di nome Luca, residente a Milano.
Diciottenne che la bambina raccontò agli inquirenti e successivamente ai magistrati, di aver conosciuto tramite chat e di aver incontrato più volte nella città di Contursi Terme, di essersene innamorata, e con il quale aveva scambiato scambio di foto e video nude con atti di autoerotismo che il pedofilo chiedeva alla minore di compiere.
Materiale pedopornografico volto a sfociare in rapporti sessuali praticati dalla ragazzina al militare negli incontri avvenuti a Contursi Terme e durante i quali la minore avrebbe rifiutato di mettere in atto le richieste dell’uomo.
Un vero e proprio incubo a cui i carabinieri misero fine con l’arresto del pedofilo che scoprirono poi, essere un militare dell’esercito finito così in carcere.
Militare che resta quindi in carcere e che non è escluso possa presentare ricorso alla condanna presso la Corte di Cassazione, mentre nei prossimi mesi comincerà l’azione giudiziaria civile per l’ottenimento da parte delle parti offese, del risarcimento danni.
Nell’inchiesta giudiziaria, insieme al militare pedofilo era finito anche un altro ufficiale militare, quest’ultimo accusato di favoreggiamento nei confronti del collega e la cui posizione è stata poi stralciata ed archiviata dal giudice per le indagini preliminari.
“La giustizia ha fatto il suo corso- spiega l’avvocato Michela Palmieri, legale della minore. -La sentenza di condanna in Appello e che ha confermato la condanna in primo grado del militare- chiosa il difensore-afferma ancora una volta l’importanza della tutela dei minori”.