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Pomigliano d’Arco (Na) – “Ho lavorato in nero nell’azienda di famiglia del vicepremier Di Maio, subii un infortunio sul lavoro e mi fu chiesto di non dire niente”. L’accusa sta facendo rumore e arriva da Pomigliano d’Arco, paese natale del leader del Movimento 5 Stelle. A lanciarla è Salvatore Pizzo, detto ‘Sasà’, ex lavoratore dell’Ardima Costruzioni (dal 2012 divenuta Ardima Srl), azienda edile che all’epoca dei fatti faceva capo ad Antonio Di Maio, papà di Luigi. L’uomo ha raccontato a ‘Le Iene’ la sua esperienza del 2010, quando nel sollevare un tubo in un cantiere si procurò un profondo taglio al dito. “Un mio ex collega pensò subito di farmi una fasciatura, ma l’emorragia non si placava e ritenemmo necessario dover andare in ospedale. L’ingegnere Di Maio fu avvertito del fatto, ma nel momento del soccorso mi confidò che avrebbe voluto portarmi all’ospedale di Nola, probabilmente perché aveva conoscenze. Io risposi che volevo andare al Cardarelli e lui ribatté con la richiesta di non dire nulla ai medici sulle cause dell’infortunio. Mi disse che avrei dovuto spiegare che mi ero fatto male lavorando a casa per conto mio. Altrimenti lui e l’azienda sarebbero andati nei guai”. 

Una richiesta che Pizzo non rispettò: “Non ci pensai due volte a dire la verità, non volevo mentire su una cosa così delicata”, rivela alle Iene nel servizio di Filippo Roma nel quale racconta anche l’esperienza vissuta nei mesi successivi: “Durante il periodo dell’infortunio il papà dell’attuale vice-presidente del Consiglio mi ha accompagnato ogni venerdì a sostituire la medicazione, ma una volta guarito mi ha scaricato. Così mi rivolsi alla Cgil che si mise in contatto con l’azienda e mi fece riassumere per 6 mesi. Al termine di quel periodo sono rimasto nuovamente senza lavoro e la vicenda fu chiusa perché accettai un compenso straordinario di 500 euro con la promessa che non avrei agito successivamente. Sono padre di tre figli, in quel momento avevo bisogno di soldi, ma ora non lo rifarei”. 

Salvatore Pizzo, che al programma Mediaset ha raccontato che attualmente sbarca il lunario attraverso lavori saltuari, ha parlato anche della figura di Luigi Di Maio nell’azienda: “Sui cantieri si vedeva, ma veniva sempre in giacca e cravatta e usava farci una pezza da piedi davanti ai rappresentanti. Vorrei precisare che nell’azienda non venivano mai rispettate le norme di sicurezza, non ci veniva dato il tempo materiale per prendere precauzioni nello spostamento da un cantiere all’altro. Abbiamo spesso rischiato la nostra incolumità fisica, e questo mi fa rabbia perché Di Maio spesso parla di onestà e di valori, cose che non ho visto nella mia esperienza”. 

Interpellato immediatamente sulla vicenda, Di Maio ha risposto che della storia non ne sapeva niente: “Non gestisco direttamente l’azienda, la gestisce mio fratello. E tra il 2009 e il 2010, periodo a cui si riferiscono i fatti, io e mio padre avevamo un rapporto difficile e non ci parlavamo. Comunque non mi risulta un fatto di questa gravità, farò in modo di accertarmi attraverso qualche verifica ma se le cose sono davvero andare così mi dispiace per quella persona. Nella mia famiglia ho sempre pensato che si rispettassero le regole su ogni cosa, vi farò sapere dopo aver parlato con i miei parenti e con mio padre. Intanto invito questa persona a far presente il fatto alle autorità competenti”.