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Santomenna (Sa) –  È tra i primi 100 amministratori ed ex amministratori italiani firmatari dell’appello nazionale per fermare l’attacco turco in Siria contro il popolo curdo, l’ex sindaco del comune di Santomenna, Massimiliano Voza. Appello nel quale cittadini e uomini delle Istituzioni chiedono allo Stato italiano, alle Nazioni Unite, all’Unione Europea e al Consiglio d’Europa, di prendere una posizione contraria all’invasione da parte della Turchia nel nord est della Siria.

Richiesta che vede tra i primi firmatari anche il 46enne, cardiochirurgo, comunista, responsabile della staffetta sanitaria Rojava Calling a Kobanê nel Kurdistan della Siria ed ex sindaco di Santomenna, conosciuto in tutta Europa come l’amico del popolo curdo, Massimiliano Voza. Proprio Voza nel 2017 fu vittima di una paradossale vicenda in Turchia. L’allora sindaco infatti, giunto in terra turca in veste di osservatore internazionale nel Kurdistan turco, fu bloccato nell’aeroporto di Istanbul dalla polizia turca, trattenuto in una cella di sicurezza e rimpatriato in Italia perché ritenuto dalle autorità turche, un potenziale terrorista.

Episodio che non ha fermato Voza nella sua battaglia a favore dei curdi che in queste ore sono alle prese con l’attacco da parte delle forze militari turche per il controllo e il dominio dell’area del Kurdistan siriano. “Siamo di fronte a una palese violazione dei diritti internazionali e all’avvio di una guerra drammatica che deve essere scongiurata nei confronti del popolo curdo che più di ogni altro, lotta contro i terroristi dell’ISIS – spiega Voza. – La presenza del popolo curdo nel territorio del Kurdistan fra Siria, Iraq e Turchia, infatti, viene considerata una minaccia all’egemonia territoriale, all’interpretazione religiosa e alla sovranità nazionale de parte dei vari governi del Medio Oriente. Combattenti curdi che nelle scorse ore sono stati lasciati soli anche dagli Usa che sono usciti di scena, ritirando le forze armate statunitensi. – In questi anni-racconta Voza ho cercato di alleviare le pene di una popolazione martoriata prima dall’Isis e oggi, anche dalla guerra del presidente turco Erdogan che porterà alla morte e alle nuove ondate migratorie verso l’Europa. Una situazione – conclude l’ex sindaco- che farà risorgere l’incubo dell’Isis e che per il popolo curdo che scapperà dall’ennesima carneficina, significherà trovare muri e porti chiusi”.

di Mariateresa Conte