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Tre ultrà dei quattro arrestati per gli scontri sull’A1 già scarcerati ma, avvisa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “ci saranno decine di Daspo”. Escono di cella intanto tutti e tre i romanisti accusati di rissa aggravata e presi dopo gli scontri tra supporter napoletani e giallorossi che domenica hanno bloccato un tratto di A1 e seminato il panico nell’area di servizio Badia al Pino. Nella Capitale il giudice non ha convalidato gli arresti di Emiliano Bigi e Filippo Lombardi, presi a casa lunedì dalla Digos e tornati in libertà neanche 24 ore dopo. Il giudice romano non ha ravvisato né necessità né urgenza, quindi neppure la flagranza differita, cioè l’arresto possibile nelle 48 ore dai fatti. Poi nel pomeriggio ad Arezzo il giudice Elena Pisto ha sì convalidato il fermo di Martino Di Tosto, ma l’ha scarcerato.

La stessa procura aveva chiesto i domiciliari, il giudice ha deciso misure più blande: obbligo di firma dai carabinieri e obbligo di dimora nella Capitale per il cuoco 43enne, con precedenti non dovuti a reati da stadio come ha sottolineato il suo difensore Lorenzo Contucci. “E’ una decisione che troviamo corretta”, ha detto il legale sulla misura. Il difensore ha attuato strategie diverse nelle udienze di Roma ed Arezzo. A Roma ha sollevato l’insussistenza della flagranza differita, ad Arezzo per Di Tosto invece no “ciò per una differente strategia processuale”, ha spiegato ai cronisti. Lo stesso legale ha riportato a Roma, in macchina, Di Tosto dopo due giorni di camera di sicurezza.

La polizia lo aveva trasferito dalla questura al tribunale coperto da un passamontagna nero e facendolo accedere dal garage del palazzo di giustizia. Domenica Di Tosto era stato arrestato dopo che i compagni lo aveva scaricato, con ferite da taglio alle gambe, davanti al pronto soccorso di Arezzo, poi erano fuggiti. Davanti al giudice, l’ultrà Di Tosto si è avvalso della facoltà di non rispondere, il processo per direttissima è stato aggiornato al 25 gennaio.

E’ invece fissata per domani al tribunale di Napoli l’udienza del tifoso partenopeo, quarto arrestato per gli stessi scontri. Ai disordini dell’autogrill hanno concorso oltre 300 ultras, metà napoletani e metà romanisti, circa 200 sono quelli individuati finora nelle indagini coordinate dalla procura aretina, col sostituto Laura Taddei, che stanno andando avanti in collaborazione con le Digos di Arezzo, Napoli e Roma da cui provengono relazioni e informative. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato di altre “identificazioni in corso”, mentre sui quattro arresti ha spiegato che “sono pochi perché l’arresto in flagranza differita è consentito in un tempo limitato” tuttavia ha annunciato “oltre a procedimenti penali, anche Daspo e provvedimenti amministrativi”. Piantedosi si è preso l’impegno personale per avere “decine di provvedimenti individuali”.

Il ministro domani incontrerà i vertici di Federazione e Lega calcio per condividere una linea rigorosa, severa. “Daremo – ha anticipato – all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive indicazioni improntate alla massima precauzione”. Quanto agli scontri di domenica il ministro ha precisato che era stata fatta “un’azione di prevenzione per evitare che i tifosi si incrociassero in autogrill: era difficilmente immaginabile che il livello di improntitudine arrivasse al punto che queste persone giungessero in ordine sparso su auto private”. Pieno sostegno al Viminale viene dal ministro per lo Sport Andrea Abodi: “Ho talmente tanta fiducia nel ministro Piantedosi e nel capo della Polizia Giannini che sono sicuro che saranno prese decisioni adeguate rispetto alla gravità del fenomeno”.