- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

“Per il ministro degli Interni Piantedosi, gli ultimi orrendi casi di stupri di massa avvenuti a Caivano e Palermo sarebbero nient’altro che “un problema culturale”. Dichiarazioni che sono l’ennesima riprova di un’Italia a due pesi e due misure anche di fronte a fatti di atroce violenza. Se i crimini consumati al Sud sono sistematicamente tacciati come conseguenza di scarsa cultura, con l’effetto di non far seguire adeguate misure di prevenzione e repressione sul territorio, in province dell’altra metà del Paese, a partire da quella di Milano che da anni detiene il record di reati, il verificarsi di episodi della stessa gravità vengono sistematicamente affrontati con operazioni mirate e intensificando videosorveglianza e presenza di forze dell’ordine”. Così l’europarlamentare del Gruppo Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini.

“Se due adolescenti indifese vengono violentate per mesi da un branco di rampolli di camorristi, in un rione come il Parco Verde di Caivano che comincia dove lo Stato finisce, e se una ragazza viene abusata in un’area di una città come Palermo, dove per ore non si intravede traccia di una pattuglia delle forze dell’ordine ed è vana ogni richiesta di aiuto, non ci si può limitare a puntare il dito sul fenomeno educativo. Né basterebbe investire sulla sicurezza. Agli slogan e al rimpallo di responsabilità, si facciano precedere azioni e iniziative di prevenzione sociale e di rilancio. Lo Stato si faccia rivedere e risentire al Sud e in tutti i suoi territori in stato di abbandono e di degrado, restituendo sviluppo e percezione di sicurezza anche in questa parte del Paese”.