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Albanella (Sa)- Sono stati tracciati, contabilizzati e tassati, dagli uomini della Guardia di Finanza di Eboli agli ordini del capitano Manuel Carbonara, i proventi illeciti sottratti allo Stato da un noto imprenditore 38enne di Albanella, titolare di un salone di rivendita di autovetture sito nel comune di Eboli, accusato di aver messo in atto una serie di truffe e una estorsione ai danni dei clienti a cui vendeva autovetture importate dall’estero ma realmente inesistenti.  

L’indagine delle fiamme gialle è scaturita a seguito di trenta segnalazioni presentate da cittadini residenti nell’hinterland salernitano, clienti della concessionaria, che hanno denunciato l’imprenditore di Albanella il quale, dopo aver incassato tutto o parte dell’anticipo del corrispettivo pattuito con i clienti per l’acquisto di fantomatiche autovetture importate, non ha mai ordinato e consegnato le auto.  

Vendite di autovetture inesistenti che avvenivano in modalità online e sulle quali, l’imprenditore ne proponeva la vendita a prezzi vantaggiosi, dietro il pagamento di cospicui anticipi che avvenivano in contanti o attraverso la ricarica di carte prepagate.   Auto inesistenti quindi, pagate all’imprenditore ma mai consegnate ai clienti.  

Tra le denunce delle vittime giunte alle Fiamme Gialle, anche una estorsione messa in atto dal titolare dell’autosalone nei confronti di un ristoratore 50enne di Oliveto Citra, avvenuta nel 2018. Al centro della vendita, una macchina modello Range Rover Sport del valore di 43mila euro. Cifra che il ristoratore consegnò, in più tranche, al rivenditore, ma non vendendosi recapitare l’auto, la vittima, dietro minaccia di perdere l’affare e con esso le somme anticipate, versò oltre 60mila euro di pagamento al rivenditore di auto. Della vettura acquistata però, il ristoratore non ne ha mai visto nemmeno l’ombra tanto che, difeso dall’avvocato Michele Cuozzo, si recò in caserma e denunciò l’accaduto alla Guardia di Finanza di Eboli. 

Un filone d’inchiesta importante quello condotto sul territorio salernitano dalla Guardia di Finanza di Eboli che riguarda le modalità di intervento “ad hoc” messe in campo dagli inquirenti e finalizzate al recupero e alla tassazione dei proventi illeciti provenienti dalle truffe e dall’estorsione. Tassazione degli introiti percepiti illecitamente ed evasi al fisco quindi, introdotta da una norma tributaria datata 1993 e confermata da numerose sentenze della Corte di Cassazione. 

Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti sono finiti anche i conti correnti bancari e la documentazione intestata al rivenditore che ha consentito di quantificare il volume d’affari ottenuto “a nero” dall’imprenditore e non dichiarato al Fisco, nel periodo che va dal 2016 al 2019, per un valore di circa 900mila euro.  

Introiti illeciti per il cui recupero dei crediti vantati dal Fisco, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, attraverso i finanziari di Eboli, ha disposto il sequestro preventivo di due immobili, due terreni agricoli, disponibilità finanziare e quaranta autovetture di proprietà del rivenditore, per un valore complessivo di 530mila euro di beni e danaro.