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Dopo l’articolo pubblicato sul Corriere della Sera e riportato al seguente link (CLICCA QUI), arriva la risposta del dott. Raffaele Gerbi, dell’Ad Gerbi Group S.p.a.. Di seguito le precisazioni dell’avvocato romano:

Massimo rispetto per l’attività giudiziaria in corso. 

Vorrei sottolineare come tutte le somme erogate dalle compagnie assicurative ai miei assistiti fossero congrue rispetto ai danni da questi effettivamente patiti, così come riscontrato dagli stessi consulenti nominati della procura di Milano. 

Non deve essere sottaciuto che i precedenti professionisti avevano previsto importi di risarcimento del danno in favore degli infortunati inferiori di circa 10 volte rispetto a quanto da me ottenuto.

In relazione ai rapporti tra lo studio ed i danneggiati questi sono stati sempre cristallini e puntualmente contrattualizzati. Tutti i miei assistiti erano consapevoli degli importi corrisposti ai professionisti che li hanno patrocinati. La sottoscrizione dei patti di quota lite è ovviamente precedente rispetto alla valutazione medico legale del danno, avvenuto l’accertamento della entità del danno gli stessi hanno sempre avuto contezza degli importi liquidati, peraltro accreditati sui loro conti correnti.

È talmente evidente la mia estraneità ai fatti contestati che verrà certamente dimostrata dai miei avvocati“.