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Quando si vuole avviare un business o dare vita a una nuova opportunità è essenziale poter disporre di un marchio. Quest’ultimo – perché sia efficace e realmente utile – deve essere tutelato sotto ogni suo aspetto. La registrazione e il rinnovo dell’opzione sono dunque due tasselli di primaria importanza per poter essere finalmente sicuri di poter agire ed essere tutelati nella massima serenità.

Un’attività commerciale, per poter agire in piena sicurezza e tranquillità, ha bisogno delle giuste protezioni legali. Ecco perché qualsiasi sia il settore di appartenenza o il business creato è essenziale poter disporre in totale autonomia di un marchio registrato. La burocrazia a volte può risultare complessa e il timore di problematiche o lungaggini può incutere timore e far rimandare questa azione strategica.

Per ovviare a uno scenario del genere che rischia di essere controproducente per il business è dunque importante porsi le giuste domande. Innanzitutto è fondamentale capire come si può registrare un marchio, in modo poi da attivare tutte le procedure necessarie per intraprendere questo percorso.

Il marchio: che cos’è e come registrarlo?

È importante stabilire che cosa si intende con il termine marchio. Quest’ultimo fa riferimento a tutti quegli elementi grafici che concorrono alla creazione di un simbolo che possa contraddistinguere in maniera unica una determinata realtà. In questo senso, del marchio fanno parte di certo il logo e il nome del prodotto o dell’azienda a cui viene associato.

La scelta per la definizione dell’emblema da associare deve ricadere sempre su elementi distintivi. Attraverso il marchio infatti l’impresa ha la possibilità di distinguersi dai competitor e di rivendicare una proprietà intellettuale sul prodotto creato, sul servizio erogato, sul business stesso veicolato. Proprio per questo – sebbene a un primo sguardo possano far pensare a un qualcosa di similare – è essenziale tenere separati i concetti di marchio e di marca.

Per registrare, e di conseguenza tutelare, il marchio creato bisogna dapprima individuare il mercato di riferimento in cui si andrà a operare. Sulla base di questa informazione si potrà poi avviare la pratica di registrazione che prevede il pagamento di una serie di imposte da versare agli uffici competenti. Le variabili che intervengono durante tutta la procedura sono correlate dunque alle tasse dovute, ma anche a fattori quali: la o le classi merceologiche, il territorio in cui si opera e il professionista chiamato a occuparsi dei diversi passaggi.

Il rinnovo del marchio: il secondo tassello improrogabile.

Come anticipato, il primo passo fondamentale per tutelare al meglio il proprio lavoro è la registrazione del marchio. La procedura non si conclude però con quest’unica fase. Al contrario una delle peculiarità del marchio è che non ha un valore a tempo indefinito. Il limite temporale di validità è stato fissato nei dieci anni successivi dalla data di deposito effettivo della domanda di registrazione.

In prossimità della scadenza è perciò essenziale procedere con il rinnovo del proprio simbolo e delle tutele correlate. Per farlo è necessario presentare l’apposita domanda secondo una serie di linee guida specifiche. Queste prevedono che l’operazione venga effettuata nell’ultimo anno del decennio in corso o, al più tardi, entro e non oltre i sei mesi seguenti alla scadenza prestabilita.

Nella pratica spetta al titolare del marchio, o alla persona che lo ha poi acquisito nel caso, l’onere di presentare la richiesta di rinnovo. È importante rispettare tempistiche e obblighi sia per non rischiare di incorrere in more dovute allo scadere delle consegne sia per scongiurare i rischi legati a un’appropriazione indebita del marchio. L’organo competente non indaga, infatti, sulla titolarità del simbolo e parte dal presupposto che chiunque presenti la domanda lo faccia in quanto titolare dello stesso.