- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Le immagini delle bare trasportate nei camion dell’esercito; il lock-down e la quarantena; l’essere costretti a rimanere in casa lontano da familiari e amici; la crisi economica e i posti di lavoro andati in fumo. Sembrano tutte istantanee di un tempo passato, eppure sono immagini che fotografano lo scenario di pochi mesi fa.

L’estate e le belle giornate ci hanno fatto perdere di vista l’obiettivo e nella guerra che stiamo ancora combattendo abbiamo mosso preoccupanti passi indietro che rischiano di vanificare gli sforzi. Sarebbe dovuta essere un’estate di scelte ponderate e giudiziose, invece il “libera tutti” si è trasformato in un pericoloso boomerang.

I messaggi contraddittori delle autorità e degli esperti, va detto, non aiutano a inquadrare la situazione. Per una persona che si sforza nel mettere in guardia nel fare ancora attenzione al covid, ne spunta puntualmente un’altra che sostiene la tesi contraria, etichettando la pandemia come una bufala globale. Informazioni distorte, comodo appiglio per chi non vedeva l’ora di dare sfogo alla propria voglia di libertà.

Sarebbe interessante chiedere, a chi sostiene che il covid non esiste, una spiegazione delle stesse immagini di Bergamo. Ascoltarli raccontare, a chi ha perso i propri affetti, che, infondo, si tratta solo di una messa in scena. Siamo degli irresponsabili, è l’amara e triste verità, e il nostro comportamento si riflette inevitabilmente sui più giovani, sulle generazioni future che un domani guideranno (ahimè) un Paese sgretolato. I grandi litigano, i politici non perdono occasione per screditarsi a vicenda e i giovani si godono l’estate, neanche tanto inconsapevoli di quello che li circonda. Passare dalle mascherine alle maschere è stato un attimo.

L’aumento dei contagi degli ultimi giorni è purtroppo legato proprio alle vacanze, al viaggio con gli amici al quale molti non hanno saputo (o voluto) rinunciare. Non so dire, perché di professione non faccio il virologo, se saranno questi comportamenti a innescare o meno la seconda temuta ondata ma sta di fatto che l’estate non ha arrestato come sperato il virus, ha solo bruciato sotto i raggi del sole quel pizzico di senso di responsabilità che rimaneva.

Ci stiamo “riportando” da soli il covid in casa, testimonianza di come alcune scelte sarebbero state da bocciare, da evitare. Vacanze si, ma con giudizio e cautela. Ci siamo stretti come Paese, abbiamo cantato l’inno fuori al balcone, abbiamo esposto il tricolore ma sono i comportamenti a dimostrare se un popolo è effettivamente unito.

Avremmo potuto scegliere le nostre spiagge, le nostre montagne, bellezze che ci invidiano nel mondo e invece abbiamo optato per altro e adesso ci presentano il conto. La speranza è di non dover pagare un dazio troppo alto, in attesa del rientro dei vacanzieri agostiani. La speranza è che, almeno loro, abbiamo ragionato con la testa perché questa non era un’estate normale. Non sarebbe stato necessario neanche spiegarlo ma qualcuno, evidentemente, non lo ha capito.