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Due italiani ed un cittadino marocchino sono stati arrestati dal commissariato di Cava de’ Tirreni per riciclaggio di auto rubate e installazione di apparecchiature utili a impedire o interrompere comunicazioni telematiche. Le indagini, partite per contrastare il fenomeno dei furti di vetture, hanno consentito di individuare, nella zona industriale, un capannone dove venivano portate le auto rubate non solo nel Salernitano, ma anche in altre città italiane, soprattutto di notte.

I veicoli venivano smontati, in tempi rapidissimi, anche grazie ai disturbatori di frequenze. I pezzi non identificabili venivano destinati alla vendita, mentre quelli corredati da segni identificativi demoliti. Al momento dell’irruzione nel locale, i poliziotti hanno sorpreso i tre indagati intenti a smontare una nuovissima auto sportiva di grossa cilindrata rubata nel basso Lazio. I malviventi, per non essere sorpresi dalle forze di polizia, avevano attivato un sofisticatissimo congegno elettronico, capace di disturbare le trasmissioni Gps-Gsm, in modo da evitare che gli antifurti satellitari potessero inviare i loro allarmi alle centrali operative di loro riferimento.

I tre, inoltre, avevano a disposizione moltissime attrezzature meccaniche ed elettroniche, utili per smontare in tempi rapidissimi, le varie autovetture che giungevano presso il capannone. L’officina era attrezzata in modo impeccabile, con attrezzature meccaniche ed elettroniche modernissime quasi al pari delle officine delle scuderie da corsa, dovendo i tre operare con estrema rapidità nel riciclare i veicoli. Nel deposito, inoltre, sono stati rinvenuti molti altri pezzi smontati da autovetture, soprattutto veicoli di lusso di grossa cilindrata. Nel corso della perquisizione è stata sequestrata, inoltre, la somma di 2.500 euro in contanti, provento dell’attività illecita.