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Buccino-  “Ricorso inammissibile”. È quanto stabilito con il provvedimento n.46929 dai giudici della Suprema Corte di Cassazione che hanno confermato la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Salerno ad otto mesi di reclusione nei confronti del presidente della Pro Loco di Buccino nonché attuale presidente provinciale dell’Unpli Salerno, Marcello Nardiello, accusato del reato di malversazione di fondi pubblici ai danni dello Stato.
I fatti risalgono al 2016 quando a seguito di un esposto, la Guardia di Finanza di Eboli guidata dal capitano Manuel Carbonara e dal tenente Nunzio Napolitano, avviò un’indagine sulla gestione dei fondi pubblici europei elargiti per il tramite della Regione Campania alla Pro Loco di Buccino-Volcei.
Indagine che portò le Fiamme Gialle a scoprire che il rappresentate legale della Pro Loco di Buccino, Marcello Nardiello, avendo ottenuto la disponibilità di circa 221mila euro di fondi regionali destinati al progetto europeo “Giovani per la valorizzazione dei beni culturali” in cui si inseriva i progetto “Antica Volcei, i giovani alla riscoperta del futuro” proposto e gestito dalla Pro Loco Buccino, si era appropriato di parte delle somme di danaro destinate ai giovani impiegati nel progetto e le cui attività avvenivano all’interno del museo archeologico nazionale “Marcello Gigante” di Buccino.
Danaro pubblico elargito sottoforma di retribuzione dalla Regione ai giovani che svolgevano lavori quali guide turistiche, addetti al punto ristoro, addetti alla biglietteria, ecc., ma che nella realtà dei fatti, videro il Nardiello approfittare dello stato di necessità dei giovani a cui, secondo la Procura della Repubblica di Salerno, avrebbe garantito l’assunzione a tempo indeterminato presso il museo, e farsi consegnare in una misura minima di almeno il 10% delle singole somme destinate ai ragazzi, i soldi in contanti e “pro manibus”, per un valore complessivo di 3600euro.
Ad inchiodare Nardiello, difeso dall’avvocato Marco Sabbato, finito a processo, condannato in primo grado con rito abbreviato, condannato anche dai giudici della Corte d’Appello la cui sentenza è stata ora confermata dagli Ermellini della Cassazione, una video registrazione fatta da una delle vittime che riprese il momento della restituzione dei soldi in contanti e le testimonianze rese dalle vittime che alle fiamme gialle confermarono la restituzione del danaro a mano e che vide in un solo un caso, il Nardiello ricevere il rifiuto netto di restituire il 20% dei soldi pubblici da una ragazza.