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Campagna (Sa) – Sono stati condannati dai giudici della Corte di Appello di Salerno, i due coniugi della Piana del Sele accusati di aver diffamato e calunniato l’angelo salernitano, scrittore e rettore dell’Abbazia di Santa Maria La Nova a Campagna, Don Marcello Stanzione. Tutto ha avuto inizio qualche anno fa, quando don Stanzione presentò una denuncia presso la Procura della Repubblica di Salerno per calunnia e diffamazione, nei confronti di suoi due ex collaboratori 50enni: rispettivamente l’autista e la segretaria.

Querela che scaturì dalla pubblicazione, su decine di testate giornalistiche nazionali e salernitane, di un “dossier-scandalo” inviato dai due ex fedeli alla Curia di Salerno e riguardante la condotta religiosa e morale del parroco salernitano che, secondo gli ex collaboratori, avrebbe frequentato ambienti di alta borghesia con donne facoltose, fatto delle avance alla sua ex segretaria e violato il segreto del confessionale.

Un “dossier scandalo” rivelatosi, in sede giudiziaria, falso ed infondato, tanto che sul “caso don Stanzione” sono intervenuti ripetutamente la Curia di Salerno, il Vaticano, la Congregazione per la dottrina della fede e il Tribunale di Salerno che in primo grado scagionò il parroco difeso dall’avvocato Almerigo Pantalone, condannando i due ex collaboratori al pagamento di 10mila euro di risarcimento danni e due mesi di reclusione ciascuno con pena sospesa, oltre al pagamento di due mila euro di spese processuali.

Condanna alle quale i due hanno fatto ricorso davanti ai giudici della Corte d’Appello di Salerno che ha rimodulato la pena, condannando i coniugi al pagamento di mille euro ciascuno, oltre al pagamento delle spese legali e processuali. Termina così, una lunga querelle giudiziaria che ha visto il parroco salernitano affidarsi alla Magistratura e agli spirti celesti protettori.

“Ancora una volta – chiosa il legale del parroco, Almerigo Pantalone i giudici hanno attestato la totale falsità e calunniosa delle menzogne scritte e dette su don Stanzione che è estraneo ad ogni accusa. Il mio cliente – conclude l’avvocato – continuerà, come sempre, la sua opera caritatevole e missionaria in aiuto alle persone bisognose e, ora più che mai, con la serenità e la fede lo hanno sempre contraddistinto”.