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Quanto è accaduto nel carcere di Salerno – dove un detenuto ha tentato di strangolare il compagno di cella, lo stesso detenuto che deve rispondere di omicidio per un fatto analogo avvenuto nel carcere di Poggioreale nello scorso anno – dovrebbe far aprire gli occhi a quanti continuano a tenerli chiusi sull’ “emergenza carcere”.
Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “gli istituti penitenziari sono diventati “discariche sociali” nelle quali rinchiudere soggetti con problemi psichiatrici, tossicodipendenti, alcolisti, con il totale fallimento di quel minimo di sanità ed assistenza psicologica ancora esistente. Il risultato di
questa situazione è che i detenuti più fragili e deboli sono sottoposti, come è accaduto a Salerno, al rischio continuo di aggressioni, violenze sessuali (quasi mai denunciate), angherie di ogni tipo ed anche utilizzati dai clan mafiosi e camorristi, per “lavori sporchi” nel carcere come corrieri di droga. Naturalmente tutto questo si ripercuote sul personale penitenziario che oltre ai gravosi compiti istituzionali dovrebbe fare da assistente sociale se non addirittura lo psicologo.
È anche questo il segno che l’”emergenza carcere” ha raggiunto un punto di non ritorno. Per questa ragione in settimana – riferisce Di Giacomo – terrò incontri alla Camera e al Senato con parlamentari facendomi interprete del diffuso sentimento di frustrazione e smarrimento del personale penitenziario che si sente abbandonato nel combattere una battaglia di legalità che deve diventare innanzitutto una battaglia dello Stato.
Priorità: rompere la rete di comando dalle celle e mettere fine alle aggressioni agli agenti che in poche settimane ha superato il 180% in più dello stesso periodo dello scorso anno, con conseguenze sempre più gravi per gli agenti. E se non bastasse le rivolte sia nelle carceri che negli istituti per minori sono aumentate del 50%; le evasioni e i tentativi di evasioni hanno subito un incremento esponenziale; il ritrovamento di droga e di telefonini è pressoché quotidiano.
Il nostro SOS ha maggiore urgenza di risposte in previsione della stagione estiva durante la quale, da sempre, si registrano maggiori tensioni, mentre buona parte del personale non sa
ancora se e quando potrà andare in ferie.
Come sindacato abbiamo tenuto numerose iniziative – ultima in ordine di tempo il tour tra le carceri del Nord – denunciato in interviste e servizi televisivi nazionali e locali, articoli di giornali, comunicati e documenti, ma non ci sono segnali di assunzioni di responsabilità”.
Per questa ragione, chiederemo ai parlamentari un intervento personale e diretto innanzitutto per recuperare il rapporto di fiducia tra lo Stato e il Corpo, che altrimenti sarebbe irrimediabilmente compromesso”.