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Salerno – Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Oreste Agosto in merito alla situazione della costruzione delle due gallerie di collegamento tra l’area portuale con l’imbocco autostradale. I residenti della zona esprimono la loro preoccupazione per la decisione assunta dall’impresa esecutrice dei lavori di utilizzare cariche esplosive nelle teste di scavo, in un terreno caratterizzato da problemi di stabilità. La missiva è stata inviata al Ministro delle Infrastrutture e i Trasporti, al Ministro dell’Ambiente e per la Tutela del Territorio e del Mare, al Ministro dei beni e delle attività Culturali e del Turismo, al Ministro della Giustizia
al Ministro della Salute, al Ministro dell’Interno, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, al Responsabile del Dipartimento di Protezione Civile, al Comandante del N. O. E. dei Carabinieri, al Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e, p.c.: al Presidente della Repubblica.

Di seguito il testo della lettera:

“I sottoscrittori della presente, nella veste di semplici cittadini portatori di un forte stato di inquietudine condiviso ampiamente in ambito cittadino, ritengono doveroso denunciare alle SS.LL. in indirizzo, per quanto di specifiche competenza e responsabilità, il gravissimo pericolo posto a carico dei residenti, del territorio e dell’ambiente dalla decisione dell’utilizzo di cariche esplosive, in ambito urbano, assunta dall’impresa esecutrice dei lavori in oggetto sostenuta dalla committente e dal mondo politico locale.
Premettono che i lavori in discorso sono relativi alla realizzazione di due gallerie affiancate, ciascuna lunga all’incirca due chilometri, destinate a collegare l’area portuale con l’imbocco autostradale per agevolare la movimentazione di container e merci.
Questi lavori, però, seguono un tracciato completamente diverso da quello del progetto originario, predisposto da un R.T.I. rappresentato dallo Studio Pica Ciamarra di Napoli e vincitore di un concorso di idee, che superò ogni livello di approvazione, fino a quello del Consiglio Superiore dei LL.PP, preceduto da indagini preliminari soprattutto in relazione alla fragilità del territorio attraversato, costituito da un alto costone, posto a ridosso del mare,
inserito nella categoria di rischio più elevata, ‘rossa’, ai fini della stabilità. In effetti, diversamente e stranamente, il nuovo tracciate è frutto di un progetto esecutivo completamente difforme al quale, nonostante anche la precisa disciplina del Capitolato di Appalto che disponeva l’assoluto rispetto di quello approvato, la Commissione di Gara assegnò il massimo punteggio. Tutta la vicenda è oggi all’esame della Magistratura ed è oggetto di un procedimento che vede indagate 21 persone, a vario titolo coinvolte, a seguito degli accertamenti disposti dalla Procura conseguenti a crolli interni nel corso di scavo.
I sottoscritti aggiungono che, secondo le risultanze di una perizia tecnica da parte di CTU, è emerso un effettivo – elevato – livello di rischio per la natura del terreno, per il passaggio di corsi d’acqua sotterranei, per la presenza in superficie di manufatti autostradali della Salerno-Napoli e del quartiere Canalone della Città. Come già anticipato, il terreno è instabile per sua natura e ha in più occasioni alimentato frane che si sono staccate dal costone sovrastante il rione Porto scaricando massi lungo la S.S. 18 da/verso Vietri. Gli interventi di pulizia e risanamento non hanno impedito il ripetersi dei fenomeni con l’interruzione dei collegamenti anche per lunghi periodi. Un ultimo distacco è avvenuto pochi mesi addietro. Gli scavi, poi, stanno attraversando diverse falde di acqua sotterranea e, a quanto riferito da persone informate dei fatti, sono state purtroppo intercettate e tagliate le alimentazioni dei Torrenti Fusandola/Rafastia che, nell’anno 1954, causarono una spaventosa alluvione con 100 vittime e 100 feriti, oltre a numerosi senzatetto.
Ancora. Sul nuovo tracciato poggia il poderoso ponte ‘Olivieri’ della Società Autostrade che avrebbe diffidato dal proseguire i lavori e, secondo la stampa, ha già avanzato la richiesta di un indennizzo di oltre un milione di euro per danni arrecati alle strutture. Il quartiere Canalone, infine, soprastante a buona parte del percorso, secondo dichiarazioni dei residenti sarebbe stato interessato da movimenti del suolo con numerose fessurazioni
presenti nei fabbricati. Pur in presenza di tali criticità, che comporterebbero l’obbligo di
puntuali verifiche, è stato in questi giorni assunta la già deprecata decisione di utilizzare cariche esplosive nelle teste di scavo. Tale procedura sarebbe alla base di una convenzione con la Società Autostrade. E’ mai possibile che due soggetti privati possano decidere sulla  modalità di scavo in funzione dei propri reciproci interessi e non anche di quelli della collettività?
Peraltro, per quanto a conoscenza, il tracciato in corso di esecuzione sarebbe privo delle previste autorizzazioni nonché delle indagini preliminari idrogeologiche.
Lo stesso arch. Pica Ciamarra, chiamato a testimoniare nel corso del giudizio in corso, ha pubblicamente riconosciuto che: 1 – il progetto è difforme, 2 – è privo di autorizzazioni, 3 – ha tradito lo spirito dello stesso concorso di idee trasformando il percorso in una ‘autostrada’ per il Porto. Da ultimo, si apprende in questi giorni che l’opera manca della
parte finale di svincolo autostradale, neppure progettata, e che ci sarà il concreto pericolo di incolonnamenti dei tir nei tunnel per centinaia di metri. I tir che transitano quotidianamente sono oltre 2.000. In funzione di quanto sinteticamente descritto, anche riportato da quotidiani cittadini con riferimento ai fascicoli della procedura giudiziaria in atto, i sottoscritti manifestano le più vive preoccupazioni ritenendo che l’opera possa essere causa di danni gravissimi a carico del territorio e ancor più devastanti in presenza
dell’utilizzo di cariche esplosive. Auspicano, quindi, un immediato intervento da parte delle SS.LL. in indirizzo, in funzione delle competenze specifiche e delle conseguenti responsabilità, perché sia assicurato il pieno rispetto della Legge in ordine alla regolarità amministrativa dell’opera, con riferimento a tutte le autorizzazioni previste per interventi della specie, e a quella tecnica, con riferimento al puntuale rispetto delle procedute di scavo, messa in sicurezza e tutela delle falde acquifere. I sottoscritti auspicano che le preoccupazioni manifestate con la presente possano essere oggetto di adeguata attenzione, poiché esiti infausti – qui denegati – non potrebbero non ricadere a carico dei responsabili di eventuali negligenze, con gravissimo nocumento per la collettività salernitana”.