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“Se l’impianto di San Sago, sul confine calabro-lucano, riaprirà oppure o no, sarà un commissario ad acta nominato dal Tribunale Amministrativo della Calabria a deciderlo.  Si tratta dell’ennesimo capitolo di una vicenda che si trascina ormai da anni, iniziata quando il depuratore di rifiuti liquidi speciali, nei pressi del fiume Noce, fu sequestrato e chiuso dalla Procura di Paola per irregolarità negli sversamenti.  È da scongiurare l’ipotesi che si concretizzi quanto deliberato dalla Regione Calabria: in questo caso assisteremmo presto alla riapertura di un impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi come quelli speciali (liquidi e fangosi) provenienti da industria tessile, chimica, meccanica, conciaria, macelli, lavanderie industriali, tintorie, stamperie, etc., nonché percolati da impianti di discarica. Rifiuti provenienti da tutta Italia che metteranno a serio rischio ambientale un territorio come quello della Valle del Noce, tra Calabria e Basilicata, considerato un vero paradiso terrestre.  Tenendo presente che l’impianto è situato a pochissima distanza da diversi SIC (Siti di Interesse Comunitario) appartenenti a Rete Natura 2000 e che il Ministero dell’Ambiente conosce molto bene, procedere nel senso della sua riapertura sarebbe una scelta sbagliata, priva di senso e molto pericolosa anche per la salute dei cittadini che vivono in quei territori. A denunciarlo presidente della commissione Area Marina Protetta “Costa degli Infreschi e della Masseta” Dario Vassallo.

“Nella Valle del Noce si incontrano mare e montagna. Un’area la cui tutela è essenziale sia per la biodiversità che per l’economia locale, e che qualche anno fa l’allora ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, aveva deciso di tutelare con il riconoscimento dell’area marina protetta. Un iter che poi non si è concluso in maniera definitiva. In ambito ambientalistico il termine SIC è usato per definire un’area che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare diverse tipologie di habitat in uno stato di conservazione soddisfacente, oltre che contribuire in modo significativo al mantenimento della biodiversità della regione in cui si trova. Le scrivo anche perché sono Presidente della commissione di controllo dell’area marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseta, territorio e mare limitrofo e come sa bene è lo stesso mare e sono gli stessi pesci. Protegga la sua bellezza, insieme si può fare e tanto, non solo questo – conclude Vassallo-.