- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Buccino – “Nessuno tocchi la nostra terra”. Tuona così, don Luigi Piccolo, il giovane sacerdote di Oliveto Citra, quando parla di ambiente ai giovani della sua parrocchia.

Tutela dell’ambiente che a don Piccolo sta particolarmente a cuore tanto da organizzare giornate ecologiche di preghiera insieme ai suoi giovani, tra nei campi della Valle del Sele-Tanagro.

Dalla sua casa canonica però, il giovane parroco segue con attenzione anche l’evolversi della questione inerente la delocalizzazione delle fonderie Pisano presso il lotto n.22 della zona industriale di Buccino. Una vicenda che vede un giudizio pendente davanti ai giudici del Consiglio di Stato, in un “braccio di ferro” tra il Comune di Buccino e le Fonderie Pisano, da queste ultime la richiesta ai giudici amministrativi di annullamento della variante al Puc approvata da Palazzo di città nel 2018 che ha trasformato la zona industriale in “distretto a destinazione agro-alimentare-artigianale” , a cui si aggiunge la contrarietà all’insediamento delle fonderie di associazioni ambientaliste, azienda conserviera Icab spa, 16 Comuni della Comunità Montana Sele-Tanagro, Comuni degli Alburni, Ente Regionale Riserva Naturale Sele-Tanagro, imprenditori agricoli e finanche Comuni e consiglieri della Regione Basilicata.
“Noi-dice don Piccolo-non siamo contro le industrie o contro il lavoro, ma la nostra contrarietà all’insediamento delle fonderie scaturisce dalla consapevolezza dell’importanza che riveste una scossa industriale che però, vogliamo avvenga nel rispetto della vocazione agricola del nostro territorio che da sempre ci contraddistingue per le eccellenze agroalimentari e che ha già pagato il prezzo dell’illusione di una industrializzazione che nel dopo sisma del 1980 si è rivelata un fallimento”.

“Nessuno tocchi la nostra terra ricca di biodiversità-ribadisce il parroco-il nostro territorio non può e non deve essere violentato con interventi industriali che non rientrano nella nostra vocazione. Poi – il grido- rispettate la nostra terra, la nostra gente e i nostri morti che hanno dato la loro vita per la difesa del territorio”.