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Salerno – Eppure si erano uniti in tre – due partiti ed un movimento civico – per organizzare la lista a supporto del candidato sindaco Michele Sarno.

Il risultato è stato un magrissimo 2.79%, pari a 1.832 voti, che ha mantenuto definitivamente basse anche le ambizioni di Sarno. Quantomeno di arrivare secondo.

Il flop, a Salerno, è tutto di Forza Italia, il partito che a questa unione elettorale aveva prestato il tradizionale simbolo con la scritta ‘Berlusconi per Sarno Sindaco’. Arretra di circa 2 punti: alle scorse ‘comunali’ si attestò al 4.60%.

Percentuale minima che non diventa politicamente insignificante sol perché in lista c’era Roberto Celano. Il consigliere uscente ha catalizzato il 35% dei voti di lista, pari a 667 preferenze ed è stato eletto. Una manna in tempi magrissimi. Di contro ben 13 candidati su 32 non hanno raggiunto la doppia cifra, attestandosi nella forbice ‘0-6’ (z-e-r-o/sei).  

Eppure alla vigilia del voto a Salerno erano giunti i maggiori rappresentanti del partito nazionale. I salernitani Mara Carfagna – poco più di una parentesi nei suoi tanti impegni romani – e Gigi Casciello, accompagnati da Enzo Fasano i cui seri problemi di salute hanno rappresentato, oggettivamente, un impedimento allo sviluppo territoriale dell’azione politica.

2.79 è percentuale che acuisce la crisi verticale certificata dalla scorsa elezione regionale, con i voti già allora dimezzati e la mancata elezione del consigliere azzurro a Palazzo Santa Lucia. Nell’anno successivo i vertici hanno preferito far finta di nulla.

Il risultato è stato che in altre coalizioni alcune liste civiche hanno agevolmente superato il 2.79 da Forza Italia a trazione-Celano. Chissà se, stavolta, il partito continuerà ad ignorare numeri e strategie, in attesa – verosimilmente considerato il trend – della prossima scoppola elettorale. Oppure prenderà atto è si riorganizzerà conferendo, magari, il compito a chi con quella casacca ancora è in grado di motivare 667 persone a scrivere un nome e a barrare un simbolo.

Ps. In video la risposta del ministro Mara Carfagna alla domanda di questo giornale sulla crisi del partito. Era il 27 settembre 2021.