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Sono professionisti, operai, contadini, pastori, ma anche autisti, meccanici, e finanche medici e avvocati, padri, figli e nonni, che dai comuni del cratere ed in particolare, San Gregorio Magno, Colliano, Valva Palomonte, Auletta, Buccino ecc. ogni anno, ormai da decenni, lasciano il loro lavoro e il loro paese e per tutto il periodo delle festività natalizie, indossano gli abiti antichi della tradizione degli zampognari e si recano nei quartieri dell’hinterland napoletano per suonare zampogne e ciaramelle, tra balli, canti, fotografie e la gioia di famiglie napoletani, turisti e tanti curiosi.
Centri storici, vicoli, strade, case e chiese, che si popolano di zampognari provenienti dal cratere salernitano che suonano con gli antichi strumenti e cantano canzoni popolari in segno di devozione che si trasformano e caratterizzano le novene in onore dell’Immacolata e che precedono il Natale, per annunciare la nascita di Gesù.
Suonatori di zampogne provenienti da Campania, Basilicata e Molise, dove l’antica tradizione nasce e si rinnova, che per l’occasione indossano gli abiti tipici composti da giacche in pelle e di lana di pecora poiché la zampogna fu inizialmente inventata quale strumento musicale proprio dai pastori per attirare i greggi e le mandrie. Così, per l’occasione del Natale, come da tradizione secolare, gli abitati della Valle del Sele, svestono gli abiti dei professionisti e indossano quelli dei musicisti di aerofoni a sacco conosciute comunemente con il nome di “zampogne”, allietando i momenti felici e di fede delle famiglie del Mezzogiorno, tra foto ricordo, sorrisi e momenti di riflessione sul senso del Natale.