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Salerno – Avrebbe ucciso o tentato di uccidere una terza prostituta il 54enne Nobile Izzo. La rivelazione è stata fatta ieri dal presidente della Corte d’Appello e d’Assise del Tribunale di Salerno, Palumbo. Questi ha riferito agli avvocati impegnati nel procedimento di aver ricevuto una lettera da parte di un detenuto il quale afferma che durante un periodo di codetenzione nella stessa cella con Nobile Izzo, quest’ultimo gli avrebbe rivelato di aver ucciso o tentato di uccidere una terza prostituta. Ciò impone al presidente della Corte d’Assise e d’Appello la trasmissione degli atti alla Procura per l’apertura di un fascicolo teso ad accertare la veridicità del contenuto della missiva. Intanto, nel corso dell’udienza di ieri è stato conferito l’incarico ai medici per una nuova perizia sulle capacità di intendere e di volere del 54enne. A chiedere nuova perizia era stato il legale di Izzo, Andrea Vagito il quale aveva evidenziato che le perizie effettuate nel corso del dibattimento di primo grado erano divergenti: quella della difesa affermava incapacità mentre quella effettuata dal medico della Procura l’esistenza un un disturbo ma non la incapacità. 

Nobile Izzo in primo grado era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di  Santina Rizzo ,63 anni, avvenuto il 13 febbraio del 2010 e quello di Maria Ambra, 74 anni,  consumatosi il 30 maggio del 2014. Le due donne furono uccise e seviziate sessualmente.  «Mi sono svegliato vicino a due cadaveri non ricordo di averle uccise, ma non posso escluderlo». Raccontò Izzo agli inquirenti nel 2015 quando fu ammanettato.  Izzo conosceva da anni Santina Rizzo, tra i due vi era un rapporto di ‘amicizia’: «Mi fermavo a prendere il caffè da lei di pomeriggio e qualche volta le portavo il pranzo – raccontò Izzo al sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti ed ai carabinieri -. Ci conoscevamo da 15-16 anni ma non avevamo mai avuto un rapporto sessuale. Il giorno di S. Valentino mi sono fermato, abbiamo avuto un rapporto orale. Poi mi sono addormentato. Sembrava fossero passate ore e quando mi sono svegliato ho trovato Santina in un lago di sangue, con le forbici conficcate». Il pm gli ha contestato la circostanza che il giorno dell’omicidio di Santina Rizzo era il 13 febbraio, ma Izzo ha insistito nel suo ricordo. Era san Valentino. Nobile Izzo,  spaventato, poi scappò a bordo della sua Fiat Punto. Per quattro anni è rimasto muto. Il  30 maggio 2014. Si trovò a passare in via Lamia: non conosceva Maria Ambra, si fermò. Cercò effusioni,  più che una prestazione sessuale. Anche in questo caso chiese un rapporto orale. «Mi sono addormentato e al mio risveglio ho visto la signora in un lago di sangue con il piede della brandina in bocca. Ho avuto paura». Nobile Izzo si pulì in fretta e scappò dal luogo del delitto. I carabinieri per mesi cercarono di individuarlo: lui era tranquillo al punto che si sottopose anche al test del Dna.