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Baronissi (Sa) – A Baronissi per le festività natalizie un’esposizione dal carattere internazionale. Il 18 dicembre la presentazione in modalità online sulle piattaforme digitali. Si inizia a scoprire una mostra unica nel suo genere, “SPOERRI & gli amici del Nouveau Réalisme”, attraverso le parole di Massimo Bignardi, direttore del Museo FRaC

La mostra che il Museo-FRaC Baronissi dedica a Spoerri – scrive Massimo Bignardi nel saggio introduttivo al catalogo pubblicato da Gutenberg Edizioni –, concentra l’attenzione sulla sua esperienza di scultore presso la Fonderia Caporrella, un tempo Immart, con sede a Poggio Magliano, un borgo poco distante da Torrita di Siena e, successivamente, in quella di Roma. Un’esposizione che, con la presenza di un ridotto numero di opere di Arman, César e Rotella, concesse in prestito anch’esse dalla Fondazione d’Arte Vittorio Caporrella, vuole ricordare, a sessant’anni dalla sua formazione, il gruppo di artisti che, nell’ottobre del 1960, diedero vita alla compagine del Nouveau Réalisme. Anche se la figura centrale del percorso espositivo è quella di Spoerri, le opere dei suoi amici novorealisti ci segnalano la vitalità di una generazione di creativi che, nel tempo, hanno mantenuto fede al progetto di presa di coscienza “de leur singularité collective”. Una mostra, quindi, che non aspira a proporsi con un inquadramento sincronico o antologico, ma con un taglio centrato sul carattere di un’esperienza, quella scultorea, che vede Spoerri assiduo frequentatore, dai primi del decennio settanta a quello attuale, della fonderia dei Caporrella. In questo spaccato non potevano mancare, al fine di tessere una stretta relazione, le esperienze che maggiormente hanno connotato la sua presenza sulla scena dell’arte contemporanea, a partire dalla seconda metà del XX secolo: i tableaux-pièges. La scelta di esporre tre tableaux del 1992, tratti dalla serie “Post Sevillane”, risponde alla necessità di rendere più chiaro il rapporto che l’artista tesse tra gli oggetti e lo spazio o, meglio ancora, l’ambiente. Difatti, non è tanto l’intricata combine di oggetti a sostenere l’interesse dell’artista, quanto il suo desiderio di prendere coscienza di una realtà nuova, che vive calandosi nell’ambiente quotidiano, indossando gli abiti di ‘assistente dell’accidentale’”.