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“Si-può-fare…” La celeberrima frase  del dottor Frederick Frankenstein (Gene Wilder) trova rinnovata linfa in una particolare dinamica che, 46 anni dopo il film diretto da Mel Brooks, riguarda Salerno. Da lunedì la ripetono gli abitanti del rione Olivieri: sussurrandola in famiglia o urlata dai balconi, sui marciapiedi, è un mantra che saluta il ritorno ad una parvenza di vita ‘normale’. Da quando sono iniziati i lavori di costruzione della conduttura fognaria che da Cetara dovrà collegarsi al depuratore di Salerno, in via Porto (segmento interessato dagli scavi) è stato istituito il momentaneo senso unico in direzione periferia-centro. Di conseguenza i mezzi BusItalia hanno variato il percorso, raggiungendo via Ligea dal viadotto Gatto. In tal modo, in maniera incidentale – perché mai veramente voluta dagli ‘attenti’ amministratori comunali – essi sono ‘costretti’ ad attraversare e quindi servire anche il rione Olivieri, prima di girare a sinistra per scendere verso il porto. “Sono anni che chiediamo che, se non tutti, almeno una parte di bus venga fatta salire per l’Olivieri: da quando questo accade qui, la macchina, non la prendiamo più” dice una persona che, fino alla settimana scorsa, era costretta a servirsi dell’auto per raggiungere il centro storico anche solo per fare la spesa. Nel rione non esiste nemmeno una salumeria e qualsiasi spostamento, a meno che non si è giovani ed atletici, deve essere effettuato con un mezzo motorizzato. In quattro decenni di battaglia è stato ottenuto, da qualche mese, solo il ‘dirottamento’ della linea urbana numero 3 (foto in alto), che così si è aggiunta alle classiche extraurbane 1-4-9. Troppo poco per una popolazione mediamente anziana e che, tra l’altro, sopporta il peso del porto commerciale (quasi) senza fiatare. Vero, assessore De Maio?