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Salerno – Con carattere di massima urgenza, i cittadini che si battono contro la realizzazione di un parco giochi in Piazza Alario, a Salerno, hanno rinnovato oggi la richiesta alla Soprintendenza di procedere immediatamente all’annullamento in autotutela della autorizzazione del progetto. Rappresentato dall’avvocato Oreste Agosto, il gruppo, costituito per lo più da residenti, ha inoltrato lo scorso 28 luglio un’istanza al Ministero dei Beni Culturali eccependo la presunta violazione del Codice dei Beni Culturali per la valutazione dei progetti volti alla rimozione o alla demolizione, anche con successiva ricostituzione, dei beni sottoposti a tutela.

“I lavori progettati, lungi dall’essere finalizzati alla mera realizzazione di un ‘piccolo parco giochi per bambini’, interessano la maggiore porzione della Piazza arrecandole un danno irreparabile e grave con la distruzione della unitarietà dell’originario progetto architettonico che l’aveva resa meritevole della tutela ai sensi del Decreto Regionale n. 2069 del 19/06/14”. A riaccendere la protesta la pubblicazione lo scorso 7 agosto dell’esito della gara d’appalto da parte del Comune di Salerno che ha aggiudicato i lavori ad una impresa che ha proposto il ribasso del 37,721% offrendo l’importo di € 85.511,69 rispetto ai 136.000 di base. “Un ‘ribasso’ molto ‘elevato’ che potrebbe condizionare la qualità dell’opera- fanno notare i cittadini che nella lettura della documentazione avrebbero rilevato ulteriori elementi di riflessione. “Pare infatti che il progetto della Piazza sia stato predisposto dagli Uffici Comunali e firmato da tecnici, qualificati come Geometri, non dotati dei requisiti richiesti. Se fosse, la progettazione non sarebbe conforme alla Legge. E neppure sarebbe conforme alla Legge, salvo errore, la nomina del RUP che, nella documentazione del Comune, viene qualificato come Laureato in Geologia- aggiungono nella nota- inoltre, il decreto prescrive idoneità amministrative, organizzative e tecniche a carico delle imprese aggiudicatarie. In particolare, a parte le previsioni riguardanti l’oggetto sociale e la presenza di specifiche categorie ATECO, l’art. 13 dispone l’affidamento della Direzione Tecnica a professionisti con almeno due anni di esperienza nei beni culturali, dotati di Laurea magistrale in Architettura e iscrizione all’Albo professionale – Sezione A, o di Laurea magistrale in conservazione dei beni culturali”.Da qui la decisione di riproporre la richiesta di procedere immediatamente all’annullamento in autotutela della autorizzazione ex art. 21 d.lgs n. 42/2004 del 5.9.2019 prot. 19330 e ne evidenziano il carattere di estrema urgenza ai fini della salvaguardia di un bene al quale il Ministero ha assicurato la massima tutela ai fini culturali e ambientali.