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Salerno – I salernitani, quelli che (in  massa) sono usciti di sabato e di domenica mattina, con il loro comportamento hanno lanciato un messaggio preciso: hanno scelto di credere più al Governo (“Campania zona gialla”) che al Governatore (“comportiamoci come se fossimo in zona rossa”).

‘Ob torto collo’ hanno dovuto accettare la chiusura del lungomare seppure abbiano contemporaneamente svilito il significato di un provvedimento che, nei fatti, poco ha inciso sulla volontà di uscire di casa. Scala dei colori alla mano e percentuali calcolate sui numeri diffusi quotidianamente dalla unità di crisi quel lungomare chiuso di sabato e di domenica, giornate peraltro climaticamente fantastiche, a molti è sembrato più una punizione che una reale esigenza. Poco male: i salernitani, molti con figli e  passeggini, hanno spostato la passeggiata sul prospiciente marciapiede, al Corso o sul lungomare di Torrione, Pastena, Mercatello. Com’era facilmente intuibile.

Attenzione però: si è trattato di nessuna disobbedienza, piuttosto di una presa di coscienza nel senso dell’autodeterminazione rispetto a comportamenti consapevoli e ragionati, per nulla illegittimi e che, quindi, nessuna Forza dell’Ordine ha potuto ostacolare. 

Segnale forte: il messaggio di De Luca – svolta – non è passato. Probabilmente (anche) perché, su un tema così delicato, esso non è maturato attraverso l’indispensabile (in democrazia) contraddittorio. I padri sono diventati nonni, i ‘ragazzi dei quartieri’ sono diventati uomini, i bambini sono cresciuti: dopo un quarto di secolo i ‘sermoni’ e i soliloqui non producono più l’effetto di una volta. Questo ha detto, in un insolito caldo nel week end di novembre, il comportamento dei salernitani.