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Salerno – Importante mattinata di approfondimento sulle misure regionali a sostegno dello sviluppo del comparto agricolo campano. Alla presenza dell’europarlamentare Nicola Caputo, il focus ha fatto emergere la reale incidenza del PSR 14-20 sulla filiera agricola. Si è così scoperto che, al netto degli investimenti iniziali, i settori che meglio hanno utilizzato lo strumento dell’accompagnamento finanziario pubblico sono stati l’ortifloricoltura (37% investimenti) e il seminativo (23%). Il 55% delle aziende aderenti si trova nelle cosiddette ‘aree svantaggiate’; di tutto rilievo l’aspetto dello sviluppo delle aziende a conduzione o a partecipazione femminile non inferiore al 35%: una sorta di ricambio generazionale che sta portando i giovani ad avvicinarsi alla terra dei padri e dei nonni.

La misura 4.2 attiene alla trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli nelle aziende agroindustriali con l’obiettivo dichiarato nella presentazione della stessa di “migliorare la prestazione globale delle aziende agro-industriali attraverso innovazioni di processo e di prodotto, privilegiando investimenti sostenibili dal punto di vista ambientale”. In una logica di integrazione con il settore agricolo “il fine è di migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli nella filiera agro-alimentare anche attraverso regimi di qualità”. I beneficiari dell’accompagnamento finanziario sono imprese agro-industriali operanti nel settore della lavorazione, trasformazione, commercializzazione dei prodotti agricoli” che possono vedersi ammesse a copertura finanziaria “le spese di costruzione o miglioramento di beni immobili; acquisto di nuovi macchinari, attrezzature, programmi informatici, brevetti e licenze, spese generali”. Nonostante i vantaggi,  la misura in Campania stenta a decollare: “Sono solo 42 le aziende finanziate da questa misura”, è stato detto al tavolo dei lavori.