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Salerno – La politica post-elezioni a Salerno è un gioco a tre: Pd-Lega (e centrodestra)-Movimento 5 Stelle. Ognuno affonda il dito nella ferita dell’altro aperta dalle urne. A 11 mesi dalle regionali si è, di fatto, in piena campagna elettorale. Aveva iniziato De Luca il 27 maggio (“Salvini durerà un anno come è successo a Renzi e ai 5 Stelle”), tesi manco scalfita dalla educata e flebile risposta del coordinatore regionale della Lega, Cantalamessa (che sembra usare le frecce contro i carrarmati), comunque apprezzabile se il paragone è con l’assoluto silenzio sul caso-Alfieri; ieri il Pd, attraverso il presidente della commissione regionale Bilancio Franco Picarone aveva attaccato frontalmente il Movimento 5 Stelle che, però, proprio in Campania mantiene la leadership di consensi (primo partito con il 33.85%): “Prima spariscono dall’Italia, prima si salva l’Italia”.

Nella triangolazione si inserisce oggi proprio il M5S che, attraverso il senatore salernitano Francesco Castiello, attacca Salvini e De Luca in un sol colpo. Lo fa in maniera diretta pubblicando, da portavoce M5S al Senato, la sua personale – ed a tratti ironica – lettera al leader leghista. Scrive: “Caro Matteo, leggo dalla stampa quotidiana che intendi cacciare De Luca, sconfiggendolo alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Campania. Nel comizio tenuto in terra campana hai detto «C’è da liberare la Campania dal signor De Luca, che ne ha fatte di cotte e di crude, ci sono da riaprire gli ospedali chiusi da lui e liberare le strade dai rifiuti. Forse perché la camorra guadagna dalla pessima gestione dei rifiuti?», soggiungendo che «La gestione De Luca sta facendo tanti danni sulla sanità, sull’ambiente e sulle infrastrutture».

A fronte di tali affermazioni resto basito! Come posso credere alle tue parole quando il viceministro leghista Garavaglia ha bloccato in una delle ultime adunanze del Consiglio dei Ministri la decadenza di De Luca prevista da un preciso disposto legislativo che Movimento 5 Stelle e Lega hanno votato insieme? L’art. 25-septies del Decreto Fiscale ha, infatti, stabilito l’incompatibilità, per conflitto di interessi, tra la carica di Governatore regionale e l’incarico di Commissario per la Sanità ed ha previsto l’obbligo per il Consiglio dei Ministri di provvedere entro 90 giorni alla nomina di un Commissario alla Sanità terzo in sostituzione del governatore regionale divenuto incompatibile e decaduto dall’incarico commissariale. In violazione della suddetta norma di legge De Luca è tuttora governatore della Campania e Commissario alla Sanità perpetuando, per responsabilità della Lega, la grave illegalità per conflitto di interessi che lo riguarda. Delle due l’una, o il viceministro Garavaglia ha agito di sua spontanea volontà, risparmiando De Luca senza il tuo assentimento, oppure ha agito col tuo beneplacito. La prima ipotesi ha lo stesso grado di attendibilità dell’esistenza dell’Ippogrifo o della sopravvivenza dell’Impero Romano. È vera, perciò, la seconda ipotesi, sicché la bugia di voler liberare la Campania da De Luca è talmente clamorosa che ti allunga il naso e ti accorcia le gambe, creandoti qualche problema quando ti andrà di indossare una delle tante divise nelle quali ci hai abituato a vederti avvolto. Una cosa è certa: Don Vincenzo lo svedese, forte dell’avallo della Lega a opera di Garavaglia, si è sempre più convinto di poter sostenere che la sanità in Campania vale quanto quella della Svezia e continuerà con questo ritornello, almeno fino a quando alla Farnesina non arriverà una nota di protesta del Regno di Svezia che, a tutela della propria immagine, diffiderà dall’insistere in questi degradanti accostamenti”. In effetti Salvini aveva già annunciato il 6 maggio, sul palco di pazza Portanova, di voler “liberare la Campania da De Luca”. Quando però, nei fatti, gli fu chiesto dello sblocca-commissariamento della sanità campana, preferì glissare.