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Arezzo. Ha ricordato tra i sindaci vittime delle mafie, Angelo Vassallo, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, riconfermato oggi, presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Rieletto a tre anni dalla sua prima investitura a Bari nel 2016, la nomina di Decaro è avvenuta per acclamazione nel corso della XIX assemblea congressuale dell’Anci che si è tenuta questa mattina al centro congressi e fiera di Arezzo.

Assemblea durante la quale Decaro, alla presenza dei sindaci italiani e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha evidenziato le difficoltà che tanti sindaci italiani riscontrano ogni giorno sui territori. “I sindaci non sono degli eroi”-ha spiegato stasera, il presidente dell’Anci che ha ricordato il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, morto nel mese di giugno, dopo essere rimasto gravemente ferito nell’esplosione del palazzo comunale avvenuta il 10 giugno 2019. Crestini, 46 anni, si era preoccupato di mettere in salvo tutti i dipendenti comunali dall’esplosione per poi lasciare la casa municipale. “Io oggi in prima fila-ha detto Decaro- ho voluto una sedia vuota con una fascia tricolore per Emanuele Crestini che non era un eroe ma una persona umile. Un sindaco. Emanuele è morto per la sua gente a cui voglio dire che questa assemblea  Anci non dimenticherà mai Emanuele così come non dimenticherà mai i sindaci Angelo Vassallo, Gianni Carnicella e Donato Iezzi. Sindaci morti non da eroi, ma da umili servitori di questo Paese. Noi sindaci-ha chiosato Antonio Decaro- siamo quelli che restano quando si spengono i riflettori della cronaca nazionale, quando il corteo di auto blu va via, quando le telecamere si girano dall’altro lato, quando le case crollano e i paesi si svuotano…noi-ha concluso il presidente nazionale Anci- siamo quelli che restano lì, in piedi e barcollano”. Sindaci dunque, umili servitori dello Stato, come il primo cittadino di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso con nove colpi di pistola il 5 settembre 2010, per aver difeso la sua terra e la sua gente dall’infiltrazione criminale e dal malaffare.

di Mariateresa Conte