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Ariano Irpino (Avellino) – Nuovo colpo di scena nella infinita soap opera che è diventata la costruzione della strada “Manna-svincolo Ariano”, un’opera importante, la cui realizzazione avrebbe consentito il collegamento tra la località Tre Torri e la zona di Cardito nel comune di Ariano Irpino. Un investimento da 35 milioni di euro con la realizzazione di viadotti e gallerie che però è bloccato ormai da anni per via di un contenzioso sull’appalto che il Tar non riesce a dirimere.

Parliamo di un ricorso del 2014 sul quale nel 2017 il Tribunale Amministrativo ha deciso di non decidere, prendendo tempo con inutili quanto insensati accertamenti. Ora però la Provincia di Avellino ha presentato una nuova memoria difensiva. L’Ente ha infatti revocato il mandato difensivo ai precedenti avvocati e lo ha conferito al Prof. Angelo Piazza.

Il professionista ha eccepito l’improcedibilità e l’infondatezza del ricorso proposto dalla Preve Costruzione che è la ditta che inizialmente aveva vinto l’appalto ma che poi era stata esclusa. 

Il ricorso, come detto, pende dal 2014 ma la prima udienza al Tar era stata fissata allo scorso giugno, vale a dire a distanza di oltre tre anni. Fin qui le lungaggini della burocrazia a cui però poi si sono aggiunte le decisioni shock del Tribunale.

Il rigetto del ricorso appariva infatti come scontato e invece così non è stato, e questo nonostante l’evidenza di alcuni aspetti finiti per altro in un fascicolo aperto in Procura.

Il progetto infatti non poteva essere modificato, mentre la Preve che si era aggiudicata l’appalto lo aveva stravolto. Elemento, questo, emerso anche da una perizia effettuata dalla stessa Provincia. Sulla base di ciò il Tar avrebbe dovuto respingere il ricorso. E invece ha preferito prendere altro tempo disponendo accertamenti sul progetto esecutivo.

Ma ora a far luce sulla questione c’è la nuova memoria difensiva di Piazza che chiarisce come gli accertamenti chiesti dal Tar siano a questo punto della vicenda completamente inutili. La Provincia ha infatti accertato che “l’attestazione presentata in sede di gara dalla Preve e dalla quale risultavano i requisiti del bando, aveva scadenza di validità al 9/12/2012 e che nella successiva attestazione scaduta per altro nel 2015 era presente una variazione in diminuzione (da VI a V) nella classifica della categoria OG4, definita nel bando quale categoria obbligatoria”.

In pratica la Preve non aveva più i requisiti posseduti all’atto del bando e che la legge stabilisce che debbano essere posseduti dalla ditta vincitrice e per tutto il periodo dell’esecuzione del contratto. Da qui l’annullamento del contratto di appalto. Ora la vicenda è chiara, bisognerà solo vedere se il Tar continuerà a prendere tempo o se finalmente metterà fine ad una situazione che va avanti da anni con conseguente spreco di tempo e denaro, privando i cittadini di un’opera fondamentale per l’economia dell’Alta Irpinia

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