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A distanza di un anno e mezzo dal bando regionale per la realizzazione di Impianti di Compostaggio sui territori campani, ieri in Commissione Regionale Speciale “Terra dei Fuochi” si è fatto il punto della situazione nelle 5 province.

Due su tutte le considerazioni emerse: i comuni che ospitano gli Stir (Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti) sono contrari a nuovi impianti;  assenti ancora una volta i presidenti degli Ato (Ambito Territoriale Ottimale) la cui funzione è oltremodo necessaria in questi procedimenti.

Beghe e incagli politici che riverberano quelli già tristemente evidenziati martedì scorso dalla stessa Commissione Speciale sul fronte degli Ato, chiamati con l’Osservatorio Regionale sui Rifiuti  a relazionare sullo stato di avanzamento delle procedure attuative della Legge sul ciclo integrato dei rifiuti in Campania, ampiamente in ritardo sulla tempistica dettata dalla normativa stessa.

Anche ieri, come martedì scorso, l’assenza dell’assessore regionale all’Ambiente Fulvio Bonavitacola ha lasciato inevase le domande e le perplessità espresse dai rappresentanti istituzionale dei territori, a fronte di una urgenza di attuazione della Legge Regionale che a breve dovrà fare i conti con sanzioni economiche previste dalla Comunità Europea.

Scudi alzati contro i rischi di impatto ambientale su territori come Afragola, Caivano, Giugliano, Marigliano, Ponticelli e Tufino, già piegati da svernamenti scellerati che hanno meritato alla Campania l’etichetta di “Terra dei Fuochi”.

No secco agli impianti di compostaggio all’interno degli Stir anche da parte del territorio Avellino e Benevento con una presa di posizione irremovibile espressa dai sindaci dei comuni individuati dopo le barricate alzate da Tufino, Santa Maria Capua Vetere e Battipaglia.

“Abbiamo dato già tanto – le parole del sindaco di Casalduni Pasquale Iacovella che esplicita quanto sostenuto da tutti i territori. Poi, entrando nello specifico, aggiunge: ” La zona individuata per l’unico impianto beneventano è già martoriata da anni. Un altro biodigestore, oltre allo Stir e alle tantissime ecoballe presenti su quella collina, lederebbero la nostra economia e i nostri vigneti che producono la Falanghina e l’Aglianico”.

Caserta, attraverso l’assessore Franco De Michele, ha fatto sapere invece che a breve ultimerà le procedure per il biodigestore  di Ponteserice.

Un  Biodigestore quindi, l’impegno assunto dalla Giunta Marino nonostante la contrarietà delle amministrazioni di San Nicola, Recale e Casagiove ratificato dai rispettivi civici consessi.

A questi comuni, ai cui limiti dovrebbe sorgere l’impianto, infatti, non spetterebbe neanche i ristori ambientali da parte della Regione ovvero quei contributi annui che spingono i Comuni a invocare gli impianti sul proprio territorio.

Una questione economica dunque,  senza alcuna ricaduta diretta sulle tasche dei cittadini, atteso che la tariffa dei rifiuti la decide l’ATO Caserta presieduta dal sindaco di Marcianise Velardi, anche ieri assente nonostante sia sotto attacco  la Reggia di Caserta, distante poco più di 500 metri dal costruendo impianto che sarà chiamato ad accogliere circa 40 mila tonnellate di rifiuti all’anno.

Toccherà al territorio, infatti, spiegare ai turisti che attestano la Reggia tra i monumenti più visitati in Italia, che senso abbia tanta puzza nell’aria rispetto alla promozione del monumento che il direttore Mauro Felicori porta avanti fin dal suo insediamento tra gli applausi della stessa comunità e dello stesso presidente Ato Caserta.

 

A valle della seconda giornata di audizioni sull’attuazione della legge regionale targata De Luca, il commento del presidente della Commissione Speciale regionale Gianpiero Zinzi non conforta: “ Dopo la pubblicazione del bando regionale con il quale si invitavano i Comuni della Campania a manifestare interesse per la realizzazione di impianti di trattamento per la frazione organica – ha dichiarato il presidente Gianpiero Zinzi – abbiamo voluto fare il punto della situazione nelle 5 province campane. E’ stata una giornata lunghissima e partecipata nel corso della quale abbiamo registrato la contrarietà di tre Comuni (Santa Maria Capua Vetere, Battipaglia, Casalduni) su cinque che ospitano gli Stir alla rifunzionalizzazione degli stessi, la marcia indietro di altri Enti che hanno revocato o revocheranno nei prossimi giorni la manifestazione di interesse ed un mancato equilibrio tra le province nella previsione degli impianti. La Giunta regionale metta mano ad una situazione che rischia di portare ripercussioni serie in Campania considerando che questo piano regionale avrebbe dovuto alleggerire la posizione della nostra regione nei confronti dell’Unione Europea alla quale paghiamo una multa di 120mila euro al giorno per il mancato adeguamento del sistema di raccolta e gestione dei rifiuti.

Occorre che, tra le tante, la Giunta Regionale spieghi anche i quantitativi di rifiuti stimati per ciascuna provincia. Una ripartizione che vede Salerno con circa  30 mila tonnellate in meno rispetto al proprio fabbisogno, mentre la provincia di Benevento ne dovrà ospitare circa 2mila in più, e Caserta addirittura 25mila in più rispetto al proprio fabbisogno”.

 

All’audizione della III Commissione speciale ‘Terra dei Fuochi, bonifiche ed ecomafie’ del Consiglio regionale della Campania, che ieri ha discusso  lo stato di attuazione del Piano Regionale dei Rifiuti con riferimento alla realizzazione degli impianti per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata in Provincia di Caserta, Napoli, Salerno, Avellino e Benevento, erano presenti anche la vice presidente e la segretaria della Commissione, Loredana Raia e Maria Muscarà ed i consiglieri regionali Francesco Emilio Borrelli, Armando Cesaro, Michele Cammarano e Tommaso Malerba.