Ha risposto alle domande del giudice, ammettendo i fatti, ma ha sostenuto di vantare un credito nei confronti della persona offesa. Si è infine scusato per il comportamento tenuto. È quanto emerso oggi nel corso dell’udienza di convalida per Manuel Campanile, 26 anni, arrestato due notti fa dai carabinieri con l’accusa di rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice per le indagini preliminari, ha sciolto la riserva e ha accolto la richiesta del pubblico ministero, disponendo per il giovane la custodia cautelare in carcere.
I fatti sono avvenuti nella notte tra mercoledì e giovedì, intorno alle 2.30, all’interno di una kebabberia di via Amendola, a Montesarchio. Secondo la ricostruzione contenuta nell’ordinanza firmata dal Gip Pietro Vinetti, il giovane ha fatto irruzione nel locale armato di machete, intimando al titolare – un cittadino pakistano di 30 anni – di consegnargli dei soldi. Al rifiuto, ha estratto l’arma da uno zaino e ha minacciato di decapitare l’uomo nel caso avesse chiamato i carabinieri. La vittima e un commesso sono fuggiti all’esterno del locale, mentre l’aggressore ha portato via 90 euro dalla cassa, allontanandosi subito dopo.
L’uomo è stato riconosciuto dalla vittima e identificato anche grazie ai filmati di videosorveglianza, che lo immortalano con bermuda verde militare, maglietta nera con scritte bianche, cappellino “The North Face” e scarpe verde scuro con bordi bianchi. Intorno alle 7.20 del mattino, Campanile è stato rintracciato dai carabinieri mentre camminava in via Vitulanese, indossando ancora gli stessi pantaloni usati durante la rapina. Alla vista dei militari, si è mostrato subito aggressivo, rifiutando di salire sull’auto di servizio e sferrando calci e pugni contro il veicolo. Durante la successiva perquisizione domiciliare nell’abitazione, i carabinieri hanno rinvenuto il machete nascosto sotto un materasso, insieme al cappellino, le scarpe, la maglietta e lo zaino utilizzati per compiere il reato. Tutti oggetti perfettamente corrispondenti a quelli visti nel video.
Il giudice ha definito la condotta “di elevata pericolosità”, poiché il 26enne ha opposto resistenza all’arresto e ha proferito minacce gravi anche contro i carabinieri, dicendo tra l’altro: “Ti porto finito. Poi vedi che ti uccido”. Durante l’interrogatorio, assistito dal legale Mario Cecere, Campanile ha ammesso i fatti, sostenendo però di essere entrato nella kebabberia per riscuotere una somma di denaro che gli spettava. Ha dichiarato di non aver avuto intenzione di fare del male e ha espresso rammarico per quanto accaduto. Ma per il giudice non basta: convalida dell’arresto e custodia cautelare in carcere.