Bologna – “Quando mi dicevano che i miei film erano lo specchio di una generazione provavo una certa insofferenza. Oggi rivedo con occhi diversi quei miei primi lavori e mi dico che se davvero, attraverso il racconto della mie personali vicende, ho saputo raccontare quelle di un’intera generazione non posso non considerare questa cosa un grande privilegio”. È un Nanni Moretti che attraversa tutta la sua lunga carriera quello intervenuto oggi a Bologna, alla 31/a edizione del festival Il Cinema Ritrovato, promosso dalla Cineteca di Bologna fino al 2 luglio, in occasione della presentazione del libro-intervista L’autobiographie dilatée. Entretiens avec Nanni Moretti, curato dal critico Jean Gili, recentemente pubblicato in Francia da Broché. Sono riemersi i momenti di formazione e i primi amori cinematografici: “Amavo molto il cinema dei fratelli Taviani, alla cui sobrietà stilistica ho cercato di ispirarmi nei miei primi lavori. Ero poi un tifoso del cinema di Carmelo Bene”.
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