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Avellino – Il piano di salvataggio non convince il governo M5s. L’unità di intenti salta e l’Alto Calore resta nel tunnel. Non è arrivata la fumata bianca dopo il tavolo convocato questa mattina a Palazzo Caracciolo da parte del presidente della Provincia, Domenico Biancardi. Tutto rinviato a dopo Pasqua. Il debito si aggira attorno ai 140 milioni euro. L’amministratore unico dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia ha chiesto alla Cassa depositi e prestiti 50 milioni di euro e 20 alla Regione sotto forma di interventi sulle reti.

La frenata arriva dal sottosegretario Carlo Sibilia: “L’intenzione era quella di trovare degli elementi utili per poter appoggiare un piano credibile alla dirigenza della cassa depositi e prestiti – continua – Dallo scorso 21 gennaio ad oggi questi elementi granitici non sono stati trovati. I soldi non vengono regalati così“.

Da parte di Ciarcia arriva la difesa dell’operato della società: “E’ stato chiarito che determinate operazioni si fanno solo se arriva un cambiamento dal passato – continua – A fine mese avremo modo di chiarire ogni aspetti nell’assembla per approvare il bilancio. Successivamente parleremo di discontinuità“. 

Il tema è complesso – ammette il vice governatore Fulvio BonavitacolaTutto ciò non si risolve con una o due riunioni. L’importante è avere davanti a noi un piano da par mio serio. Naturalmente non basta solo questo, ma bisogna passare alle azioni”. “Ad oggi non so bene cosa si intende con la discontinuità – ammette Bonavitacola – E’ un concetto molto ampio, ma questo piano introduce diverse novità. In primo luogo dovrà essere verificata la disponibilità da parte della cassa depositi e prestiti, ma secondo me è difficile. Siamo fiduciosi e ottimisti ma solo in quel punto entreremo nel merito“.