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“Il Biodigestore nelle terre del Greco di Tufo DOCG è una figata pazzesca!” dichiarava mesi fa +Europa Avellino tramite Manlio Lomazzo, attivista del partito di Emma Bonino e di Radicali Italiani, nel bel mezzo del vento populista alimentato da chi provava a trovare tutte le argomentazioni possibili pur di vedere fallito il progetto di un impianto ad altissima tecnologia, indispensabile per il trattamento della frazione di rifiuti organici della provincia di Avellino. 
 
“Le argomentazioni di chi ha avversato la realizzazione dell’impianto hanno sempre lasciato il tempo che trovavano. Ci si appellava a problemi urbanistici, ma poi è sempre stato chiaro che il vero problema fosse la cosiddetta sindrome di NIMBY (“non nel mio cortile” nda), unita a conservatorismo e ad un sentimento antiscientifico da non sottovalutare”. Così Lomazzo, che continua: “Per me l’equazione è sempre stata semplice: il futuro, lo sviluppo e la sostenibilità passano dal sostenere circoli virtuosi, come quello del riciclo e del recupero di materia, per creare nuovi prodotti ed energia. Chiunque sostenga il contrario, per la mia modestissima opinione, è fuori dal tempo”. 
 
“Il biodigestore nelle terre del Greco DOCG, così come da anni avviene in Francia nelle terre dello champagne, è un’opportunità di sviluppo e non un ostacolo per le aziende del territorio: smaltimento a km 0 e costo zero dei residui di lavorazione, compost di qualità da reinserire nel processo produttivo, oltre, nel caso specifico, alla riqualificazione di un’area subissata dagli sversamenti illeciti di rifiuti”. 
 
“Consapevole del mio essere impopolare di fronte alla semplicità con cui si punta il dito contro la costruita mostruosità di turno, invito tutti a parlare di nuovo dell’argomento quando se ne vedranno i primi effetti” conclude Lomazzo.