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Troppe, continue, e talvolta pure sbagliate e fuorvianti la fuga di notizie che da settimane si rincorrono, almeno su alcuni organi di informazioni, sulla maxi inchiesta che si è abbattuta sul Comune di Avellino e una serie di indagati( ad oggi otto), a partire dal sindaco Gianluca Festa che ha deciso di rassegnare le dimissioni della carica.

Per questo il Consiglio Direttivo della Camera Penale Irpina, riunitosi d’urgenza  per discutere delle notizie di stampa pubblicate  riportando alcuni stralci “sul capo degli indagati pende l’ipotesi dell’applicazioni di gravi misure cautelari, che il PM potrebbe anche aver già richiesto al GIP. In una eventuale dialettica tra inquirenti e difesa ci potrebbe essere stata contemplata una exit strategy, come già fatto immaginare il caso di Guerriero e della Smiraglia, un quadro di incertezze che la delicatezza del momento consente di esplorare solo in via assolutamente ipotetica, ma che potrebbe avere una ricaduta sulla vita politica ed amministrativa cittadina già nelle prossime ore”.

Per questo i penalisti irpini, rappresentanti dall’avvocato Gaetano Aufiero  “rilevato che il suddetto testuale passaggio dell’articolo di stampa, pur se in apparente forma dubitativa, prefigura la pendenza di una richiesta di applicazione di gravi misure cautelari, nonché l’esistenza di “trattative ” tra gli inquirenti e le difese degli indagati, circostanze, queste, di cui sono esclusivi depositari le parti del procedimento, tutt’ora nella fase delle indagini preliminari e, dunque, coperto dal segreto”.

Già nei giorni precedenti, la pubblicazione “del contenuto testuale di conversazioni ambientali asseritamente intercettate dagli inquirenti e, quindi, atti processuali la cui divulgazione costituisce certamente una grave violazione di legge, incidendo peraltro sulla genuinità e sulla prosecuzione delle indagini tutt’ora in corso.

Atteso che appare di assoluta ed inaudita gravità la notizia come pubblicata, secondo la quale la Procura della Repubblica avrebbe già avanzato richieste cautelari, come altresì allarmante è la notizia secondo cui inquirenti e difese potrebbero essere in trattativa per una “exit strategy”,
La rivelazione della pendenza di una richiesta cautelare, prima del suo eventuale accoglimento, costituisce patrimonio esclusivo dei competenti Uffici Giudiziari, avrebbe — se vera — un’indubbia rilevanza penale”.

Quanto, invece, alla notizia di accordi tra inquirenti e difese, “la stessa, se destituita di fondamento, sarebbe estremamente diffamatoria nei confronti sia dell’’Ufficio di Procura che dei Difensori, mentre, se vera, sarebbe a dir poco inquietante; considerato che la Camera Penale Irpina non può, rispetto alle segnalate propalazioni giornalistiche, rimanere insensibile alle prospettate violazioni di legge; posto che la vicenda, che coinvolge il Sindaco della Città di Avellino e nell’imminenza della campagna elettorale, appare di notevole impatto politico, per la sua inevitabile incidenza sull’assetto democratico della città capoluogo”.

Tutto ciò considerato ed evidenziato, “la Camera Penale Irpina sollecita le Autorità in intestazione ad adottare tutti i provvedimenti di rispettiva competenza per verificare quanto occorso e sopra segnalato ed assumere, se del caso, le necessarie iniziative.
In considerazione della gravità di quanto segnalato, la Camera Penale Irpina proclama lo stato di agitazione degli iscritti”.