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Chiunque è detenuto in un carcere è responsabile di un reato ed è giusto che sconti la sua pena.
Anzi lo scopo della detenzione è proprio quella della rieducazione del condannato, così come previsto dall’art. 27 della Costituzione. Ciò significa che il detenuto non viene inserito nel circuito penitenziario semplicemente per essere punito per il reato commesso, ma anche per essere sottoposto ad un determinato percorso di riabilitazione che lo porti a diventare una persona “nuova”, consapevole del danno arrecato ma capace di reintegrarsi in società.

Muove da questa ferma convizione l’azione che ogni giorno mette in campo Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti, che questa mattina dopo aver precedentemente fatto una ricca spesa è andato a pranzare con le detenute del Carcere di Bellizzi ( 23 su 570 detenuti complessivi) e i loro familiari, insieme alla Direttrice Rita Romano, la funzionaria della mediazione culturare Antonella Sirignano e tutti i volontari.

Sono state proprio le “donne” di Bellizzi a prepaparare un ricco pranzo, partendo da un antipasto di pizzette, rustici e salumi, poi l’immancabile lasagna, carne e sul finire tanti dolci.

Una giornata di festa, si sorrisi, di musica, balli e canti che, come ha spiegato il Garante Ciambriello “vuole ridurre le distanze con il mondo esterno, spesso indifferente alle questioni carcerarie. L’indifferenza da parte della politica, della società civile e delle organizzazioni costituisce un proiettile silenzioso che uccide lentamente”.
Ed infatti le criticità sono le stesse di sempre: “Mancano 89 agenti e il servizio ne risente. La mancanza di personale impedisce il trasporto dei detenuti per le visite ospedaliere, privando così il detenuto del diritto alla salute. Inoltre, la carenza di agenti per accompagnare i detenuti in attività sportive ostacola i progetti di reinserimento sociale. Pertanto, come sottolineato ieri a Salerno, è fondamentale agire concretamente anziché limitarsi alle chiacchiere. Attualmente, in Campania ci sono 7.237 detenuti, molte carceri sono sovraffollate, compresa quella di Avellino, e si riscontrano numerose criticità dovute alla mancanza di personale.”

A far eco alle parole del Garante, quelle della nuova Direttrice Romano: ““Il carcere dovrebbe costituire una parentesi temporale nelle vite che ci vengono affidate, con l’obiettivo di restituirle alla società in condizioni migliorate”. Utilizziamo gli strumenti a disposizione e in parte riusciamo nell’impresa. Purtroppo, molte persone tendono a circoscrivere il mondo all’interno del carcere, ma noi sosteniamo l’idea opposta: aprire il carcere al mondo esterno, consentendo un’osmosi necessaria per evitare barriere invalicabili”.

Quindi l’aspetto sanitario: “Recentemente, durante una riunione con il provveditore, il direttore generale Asl e i responsabili della salute mentale, sono state discusse le disposizioni. Si è assunto l’impegno di inviare un ufficiale, dato che mancava completamente, e di fornire operatori specializzati per gestire i detenuti tossicodipendenti. Inoltre, sono stati promessi specialisti come dermatologi e cardiologi, considerando la difficile situazione del nucleo di traduzioni che non può reggere il peso di trasportare detenuti all’esterno in modo continuo”. 

Un’iniziativa lodevole e ben riuscita che può dare lo stimolo per organizzarla anche in altri periodi e non solo a ridosso delle festività.