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Avellino – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa diramata dalla Lega Avellino sulla gestione dell’ospedale Moscati e più in generale di quelli della regione. Di seguito il testo: 
 
“Nella riunione tra i componenti del Dipartimento Provinciale Sanità Lega Avellino che abbiamo avuto sulla Relazione della dott.ssa Anna Rita Coluci (già Primario del Reparto di Genetica dell’Ospedale “Moscati” di Avellino) sono emerse diverse considerazioni che riguardano gli Ospedali della Campania e non solo: 1) Per la gestione di un Reparto, il Primario deve associare capacità organizzativa e competenza. Deve essere un punto di riferimento e purtroppo delle volte non è così, per cui sono gli altri medici del Reparto che portano avanti il lavoro e casomai il Primario se lo intesta. Ci viene sempre il dubbio: “Ma questo come si trova a fare il Primario?” 2) Per il buon funzionamento del Reparto, la parte strettamente burocratica non deve competere al medico, ma ad un amministrativo, in maniera tale che quelle ore che il medico dedica alla “burocrazia” siano dedicate al Paziente. Delle volte accade il contrario e cioè che degli infermieri vengano “spostati” in Amministrazione, mentre servirebbero in Reparto. 3) La Politica deve fare non uno, ma cento passi indietro nella nomina dei manager, i quali non possono essere scelti solo per  la loro competenza “burocratica” (quando ce l’hanno…), senza aver mai conosciuto un  Reparto ospedaliero e quindi capire fino in fondo le esigenze dei medici, degli infermieri, di tutti gli operatori sanitari per mettere nelle condizioni migliori l’Ospedale di  poter funzionare, nell’interesse della Salute delle Persone. 4) La gestione di un Reparto Ospedaliero non è sempre un problema di “quantità”, di numero di medici ed infermieri (in certi casi è anche questo), ma soprattutto di “qualità”. Mettere, cioè, a disposizione dell’Ospedale un materiale umano di elevata qualità per poter raggiungere l’eccellenza. Questo, insieme ad una organizzazione ottimale dei vari servizi, potrebbe ridurre di molto la “emigrazione sanitaria” in altre città d’Italia. Quello che delle volte osserviamo, invece, sono delle riorganizzazioni che non migliorano l’attività dei Reparti. Si notano Dipartimenti che scompaiono, altri che ricompaiono. Unità Operative funzionanti che scompaiono per farle diventare qualcos’altro. Perché? 5) I posti letto, soprattutto per gli anziani, andrebbero aumentati, conseguentemente alla modificazione demografica della popolazione. Ci deve essere un adeguamento della Sanità, nel suo complesso, alle esigenze demografiche, epidemiologiche e sanitarie della popolazione. 6) Mettere sempre al centro dell’attenzione la salute dei cittadini, che debbono certamente essere avviati verso uno stile di vita, anche alimentare, adeguato e nel contempo, quando si intravedono delle problematiche in atto, utilizzare rapidamente tutte le indagini diagnostiche che l’Ospedale può mettere in atto”.