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«Mentre le passerelle antifasciste hanno trasformato lo sfregio, meramente suppletivo, della concessione di Piazzale della Resistenza nel solo ed unico problema, prima creato e poi magicamente risolto, Potere al Popolo è stata l’unica forza politica ad aver affrontato e ad affrontare la vicenda nel merito, chiedendo, senza mezzi termini, l’annullamento della manifestazione, insieme (http://www.anteprima24.it/avellino/potere-al-popolo-nessuno-spazio-stefano/), ad una proposta di delibera da parte dei consiglieri comunali, al fine sia di evitare che ciò possa un domani riaccadere, sia di smentire quello che a noi sembra esclusivamente un “antifascismo di facciata”, tanto di moda oggi, agli antipodi di una reale lotta a questa piaga dilagante, e che, al contrario, la nutre di visibilità, permettendole di ripresentarsi sempre più forte». Così in un comunicato Potere la Popolo.

«Per quanto riguarda la risposta di Di Stefano – continuano da Potere al Popolo –  ricordiamo che noi, come tuonava qualcuno, “con i fascisti non ci parliamo”. Il fascismo lo si combatte. È infatti ridicolo che chi “è orgoglioso di rappresentare il fascismo sociale” parli a noi di democrazia . Alle elementari, una volta, insegnavano, e qualche coraggioso insegnante lo fa ancora, che, semplice semplice, se nel nostro sistema democratico ci sono vari partiti politici, e questi partiti propongono i loro candidati per governare l’Italia, è grazie all’abolizione del fascismo, ai sacrifici e alla forza della Resistenza. Secondo il regime totalitario fascista doveva esistere un unico partito a cui tutti i cittadini erano costretti a farne parte. La pena per chi non voleva farne parte era la morte o la carcerazione. Dopo questa banale (ma a quanto pare necessaria) lezioncina (che qualcuno in classe non ha mai ascoltato), ecco perché chi rappresenta il fascismo non può inserirsi nel dibattito democratico. Anzi, ne deve essere allontanato».