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Avellino – “Oggi purtroppo questo è un quartiere fantasma, al pari della stazione ma la cosa più brutta che non riesco a mandare giù è la visione dei capannoni dell’Isochimica dove non hanno fatto altro che produrre morte e ammalati. E’ una ferita aperta ancora oggi”. Così Nicola Abrate, operaio di quella che ancora oggi è conosciuta come la fabbrica dei veleni.  Negli anni ottanta, negli anni del terremoto, ad Avellino centinaia di giovani vengono radunati sul piazzale di una periferia con la promessa di lavoro, con la promessa di futuro. All’Isochimica di Avellino, morti 35 lavoratori e centinaia sono ammalati.

Nicola Abrate e Pietro Mitrione

Intorno a quei vagoni si moriva” è questo il titolo del dibattito organizzato da Legambiente Avellino. Da qui la proposta avanzata da Pietro Mitrione presidente dell’associazione “In Loco Motivi” di dedicare il piazzale antistante la Ferrovia alle vittime dell’amianto. “Ci stavamo riflettendo – spiega spiega il presidente di Legambiente Avellino, Antonio Di Gisi – Penso che dopo questa iniziativa ci muoveremo un luogo di memoria. E’ un luogo simbolo per ricordare questo storia amara”. “Oggi ci sono ancora delle situazioni che hanno dell’incredibile per queste storie che non vengono mai sanate del tutto – continua Abrate – Purtroppo facciamo ancora i conti con processi lunghi. E’ una storia per chi sta soffrendo, per chi un posto di lavoro gli ha prodotto una malattia o addirittura la morte.

“Sono venuto qui nella stazione dove tutto è partito – afferma – Domani (28 aprile, ndr.) è la giornata per le vittime dell’amianto non ho fatto altro che ricordare i miei ex colleghi che non ci sono più. E’ qualcosa che farò sempre, fin quando avrò la forza di farlo”.

“La lotta non si deve mai fermare – dice Abrate – Purtroppo ci sono stati dieci anni di processo, ora ancora uno. Non c’è stata nessuna tutela per chi si è ammalato, morto o forse sì con una piccola risarcimento.

Io sono deluso vivo in un paese incredibile – dice – In Europa ci sono leggi con più tutele, senza dimenticare la beffa: ora come cittadini, dopo tutto, ora dobbiamo sobbarcarci anche il costo della bonifica. E’ insostenibile tutto ciò, purtroppo l’Italia è l’ultimo dei paesi che non ha fatto nulla per l’amianto, ma ci sono ancora tante situazioni insolute”. “E’ una giornata importante, visto il legame particolare con il nostro circolo nato appena due anni fa – spiega Di Gisi – E’ importante raccontare questa storia all’interno della città. E’ una storia di ingiustizia, visto che quei ragazzi furono sfruttati, tocca da vicino la nostra generazione”. “Abbiamo diverse idee per questo quartiere (Borgo Ferrovia, ndr.): dalla bonifica del sito dell’Isochimica, fino alla stazione. E’ un luogo importante che può collegarla al mondo“. Nell’occasione è stata consegnata a Nicola Ambrate anche la tessera di Legambiente.