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Avellino – “Vogliamo giustizia”. E’ il grido dei familiari delle vittime della strage del Bus di Acqualonga. Questa mattina una nuova udienza, che ha visto comparire davanti al giudice tre testimoni. Un processo, che come lamentano Giuseppe Bruno e Rosalba Lanuto, va eccessivamente a rilento.

Sono trascorsi quattro anni da quella notte del 28 luglio del 2013, quando 40 persone, di ritorno da un pellegrinaggio a Pietrelcina, persero la vita in quel terribile incidente stradale.

Il bus su cui viaggiavano precipitò dal cavalcavia lungo la A16 Napoli-Bari, nel tratto che collega Monteforte Irpino a Baiano. Un volo che costò la vita a quaranta persone. A distanza di quattro anni il processo continua.

I familiari delle vittime,però, questa volta minacciano azioni clamorose. Si dicono “stanchi” dei continui viaggi: “Andiamo avanti e dietro ma non abbiamo ancora avuto giustizia. Siamo ad un punto fermo”. E la sensazione è che a breve potrebbero dar vita ad una nuova manifestazione di protesta.

Intanto dopo l’udienza di oggi, la prossima è stata fissata per il 6 ottobre. In quella data saranno 7 i testimoni chiamati a comparire. Per i primi imputati bisognerà attendere, forse, il mese di dicembre. Mentre le prime sentenze forse arriveranno la prossima estate.