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Nella giornata di domani sarà beatificata suor Maria Bernardetta, la serva di Dio nata a Montella il 15 ottobre 1918. Prese i voti a 17 anni e girò il mondo per servire l’Onnipotente e la sua parola. Dall’Argentina agli Stati Uniti, la novizia si distinse per i suoi preziosi consigli e per la sua devozione alla religione cattolica. Conobbe, nel 1979, Jorge Mario Bergoglio, allora provinciale dei gesuiti, con cui instaurò un rapporto di amicizia e grande stima.

Tornò in Italia nel 1986 e lo stesso Bergoglio scrisse una lettera per salutarla: «Vedemmo Lei e in Lei vedemmo ciò che significava una Congregazione religiosa senza limiti. Vedemmo generosità, spirito di obbedienza, di abnegazione, di servizio…, vedemmo pietà, allegria, senso comune e fortezza. Vedemmo pazienza e rassegnazione».

Nella Casa di Roma si manifestarono i primi segni del tumore che portò la religiosa alla morte. Nonostante la distanza e le difficoltà, l’amicizia con Bergoglio proseguì. «Ogni volta che veniva nella Città Eterna, da vescovo, da arcivescovo e da cardinale, passava a salutarla, e così anche facevano gli altri gesuiti che l’avevano conosciuta negli anni della loro formazione – racconta Correaledurante una delle sue ultime visite, la Serva di Dio gli chiese l’unzione degli infermi, perché sentiva che le rimaneva poco da vivere. Il cardinale Bergoglio le impartì il sacramento il primo novembre del 2001; il 12 dicembre madre Maria Bernardetta morì. Visse tutta la malattia esemplarmente, così come aveva vissuto».

«Dalle testimonianze che abbiamo di diversi padri gesuiti – evidenzia la postulatrice – ci dicono che “padre Jorge” sempre parlava di lei, la ricordava nei suoi discorsi come adesso fa ancora da Papa. Ne lodava la vita vissuta con autenticità e coerenza e la citava sempre come un esempio». Lo fece nel 2019, nell’omelia della Messa per la Giornata mondiale della vita consacrata: «In questo momento mi viene alla memoria una suora, umile, che aveva proprio il carisma di essere vicina ai sacerdoti e ai seminaristi – le parole di Papa Francesco – una suora semplice: non aveva grandi luci, ma aveva la saggezza dell’obbedienza, della fedeltà e di non avere paura delle novità. Chiediamo che il Signore, tramite suor Bernardetta, dia a tutti noi la grazia di andare per questa strada».

Si svolgerà domani, venerdì 28 aprile 2023 alle ore 12.00 presso l’Aula della Conciliazione, costituita per il Tribunale nel Palazzo Apostolico Lateranense. La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sarà presieduta dal vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma. Il Tribunale sarà così costituito: monsignor Francesco Maria Tasciotti, delegato episcopale, don Giorgio Ciucci, promotore di giustizia, dottor Marcello Terramani, notaio attuario. Il rito sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube della diocesi di Roma.