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Gaetano Auteri ha ripreso in mano le redini del Benevento a distanza di otto anni. Questa volta la missione è differente, subentrato in corsa al posto di Matteo Andreoletti, il tecnico siciliano avrà a disposizione “solo” sei mesi per ripotare la Strega in linea di galleggiamento. Giallorossi settimi in classifica, lontani dodici punti dalla capolista Juve Stabia. Una missione che partirà il giorno dell’Epifania, quando al “Ciro Vigorito” arriverà la Turris. Nel frattempo aprirà anche il calciomercato e il Benevento sarà chiamato a porre rimedio a diverse situazioni. A fare il punto della situazione è stato lo stesso allenatore di Floridia, presentato ufficialmente questo pomeriggio in conferenza stampa.

Impatto – Abbiamo fatto cinque allenamenti, l’impatto è stato positivo perché c’è disponibilità. Ai ragazzi ho detto che può capitare, in questo mestiere gli esoneri sono un giro. Si comincia un percorso nuovo e bisogna fare un piccolo esame di riflessione e di coscienza. Essere consapevoli dei problemi porta a risolverli, il gruppo ha qualità ma fino ad ora non sempre le ha espresse. Devono fare delle riflessioni interne, poi spetterà a me guidarli.

Squadra – Ho visto tante partite in questo periodo, comprese quelle del Benevento. Mentre giocavo a burraco, perché tiene allenata la mente, vedevo partite. Qualche problema c’è, il gruppo è forte per i parametri della categoria ma se si è visto poco dobbiamo andare a ricercare i motivi. Dobbiamo iniziare un percorso nuovo, cercando di valorizzare le risorse di questo gruppo che sono importanti. Dobbiamo giocare da squadra, alzare i ritmi, essere un blocco unico quando si attacca e difende, avendo senso di appartenenza e la coscienza pulita. Il nostro primo obiettivo deve essere quello del sei gennaio, fare la prestazione e avere un impatto diverso. Di volta in volta ci porremo nuovi obiettivi, ma dovremo avere una forte identità di squadra.

Giocatori – Sono puro e sono vergine, non vivo di fatti precedenti ed amo constatare con i miei occhi. I giocatori che sono sotto contratto e vogliono andare via li capisco poco. Quando si prendono degli impegni e ci sono dei doveri, capisco poco il non appartenere a un gruppo e a una comunità calcistica. Voglio dimostrazioni in campo sotto tutti i punti di vista. Sono aperto, gli spazi ci saranno per tutti, per chi dimostrerà voglia, senso di appartenenza e qualità. Il campo è il giudice unico, le chiacchiere se le porta via il vento. Il mio dovere è dare un’identità forte e di cose da fare ce ne sono tantissime. 

Vigorito – Speravo in una chiamata, ho avuto altre situazioni di cui non ho tenuto conto. Per la prima volta sono rimasto tanto tempo fermo. Sono legato a Benevento, dopo quella stagione un piccolo nodo in gola mi era rimasto. Ho grande rispetto per il presidente, essere utile all’intera comunità calcistica mi ha emozionato. La porta era già aperta, non avevo bisogno di riflettere.

Ricordo – Quello che appartiene al passato rimane ma resta scritto, bisogna resettare tutto. Amo pensare al presente e al futuro. Nel calcio i meriti si perdono subito, conta quello che deve avvenire dopo. 

Marotta e Ciciretti – Marotta sta bene, Ciciretti è forte ma negli ultimi anni ha giocato poco. Le occasioni le avranno tutti, deciderà il campo. 

Obiettivo – Sarò soddisfatto se faremo partite da squadra vera. Se riusciremo ad esprimere in una gara i nostri concetti sarò contento. Dovremo avere rispetto per la maglia, dando il massimo. Se faremo questo, faremo anche i punti. Parlare di obiettivi non serve, lavoriamo forte, con attenzione e consapevolezza. Tutto il resto verrà di conseguenza, dobbiamo andare verso una forte identità di squadra.

Campionato – Ci sono squadre forti e organizzate, la capacità di saper difendere tutti insieme e sapersi proporre è importante. Le squadre che stanno avanti sanno fare questo.

Mercato – Non mi piace parlare di mercato, io amo il campo. Mi tocca solo stabilire dei criteri, ci sono giocatori che hanno delle qualità ma le cose bisogna viverle. Bisogna avere la capacità di entrare nella testa dei giocatori ma da parte loro deve esserci permeabilità.

Gruppo – Ci sono tanti giocatori esperti che ti pesano, oggi lo fanno anche i più giovani. Entrare nelle loro teste è determinante. E’ la prima volta che mi capita di subentrare, ma quando uno ha conoscenze si riesce a gestire il gruppo. Non abbiamo tanto tempo, abbiamo cominciato un percorso che non finiremo il sei gennaio ma che dovrà avere un crescendo. I risultati sono la logica conseguenza di come ti proponi in allenamento.

Passato – Non sarei mai voluto andare via, i fatti di quel periodo mi hanno portato ad andare via. In quel Benevento c’erano delle dispersioni nel girone di andata, quando sono terminate il gruppo si è limato, si è mentalizzato e siamo andati bene. Dobbiamo essere un blocco unico, senza avere la voglia di soddisfare solo i bisogni personali. Le caratteristiche dei singoli dovranno esaltarsi all’interno del gruppo. 

Condizione – Le squadre adesso sono tutte allenate, la condizione è relativa. L’aspetto fisico conterà da marzo in poi. Il nostro problema non è questo, la squadra è ben allenata. Ci sono giocatori che hanno avuto dei problemi e sono più indietro, come Ciciretti.

Tattica – In questo momento l’obiettivo è il sei gennaio perché abbiamo Karic e Talia squalificati e siamo un po’ a corto. Qualche conoscenza ce l’abbiamo, possiamo fare diverse cose, io sono elastico. La squadra può giocare in vari modi, a patto di avere un’identità forte. Il calcio non è statico, è movimento continuo. I numeri sono solo una definizione, le cose cambiano in campo.

Simonetti – Mi piace ma dovrò imparare a conoscerlo meglio. Le sue qualità migliori sono quelle offensive, propositive. Può fare diversi ruoli, ma io preferisco mettere in campo i calciatori per esaltare le loro qualità migliori.

Attacco – Ci sono giocatori importanti davanti, fino ad ora non c’è stata continuità di rendimento. Il mio compito è legare le parti, dare un’identità forte alla squadra. I gol materialmente li fanno gli attaccante, ma dovremo migliorare tutti la partecipazione al gioco offensivo. Fino ad ora hanno espresso poco le loro qualità, lo stesso Ferrante è un giocatore importante per la categoria e non è semplice andare a trovarne di migliori.

Giovani – Sono sempre stato aperto, per me conta il campo. In questo momento complicato, i giovani li devi dosare senza attribuirgli troppe responsabilità. Il campo è l’unico giudice.