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Anni 41, definirlo esperto è poco. Un dato di fatto, però, è quello di riuscire a farsi ‘odiare’ sportivamente parlando. E in questo Fumagalli non è secondo a nessuno. Ogni suo ritorno a Benevento è una battaglia, un uomo solo contro una tifoseria intera. Un po’ per il suo atteggiamento sempre sprezzante, al limite dell’irritante, un po’ per i suoi trascorsi con maglie non propriamente amate a Benevento. Avellino, Casertana, Marcianise, Foggia, Juve Stabia e Messina per citare quelle meno amiche ai giallorossi, per usare un eufemismo. Cambiano le casacche non cambia il rapporto tra le parti: beccato a ogni rinvio, cori dedicati, sguardi e gesti.

Insomma il ritorno a Benevento di Fumagalli, padre di un figlio giocatore e compagno di squadra, non è mai banale.

Per un Fumagalli da una parte, c’è un Lanini dall’altra. Carattere opposto, compassato, poca apparenza e molta sostanza. Quella sostanza che lo ha portato ad essere il personaggio del momento. Numero 90, mai come in questo momento azzeccato. La paura, nella smorfia, ma quella che provano le difese avversarie. Ogni pallone che tocca porta reti e punti, anche quando si trova lungo la traiettoria di un tiro velleitario che va a finire in fondo al sacco e serve a sbloccare la sfida col Messina.

Letale col Potenza, micidiale coi siciliani, Lanini sta diventando il punto fermo di una squadra capace di mettere insieme risultati in successione. Il tutto fatto attraverso le reti di uno dei rinforzi di gennaio. Rete resa vana dalla perla di Frisenna allo scadere, un gol che ha tolto le ragnatele anche se il Benevento del secondo tempo ha lasciato troppo campo all’avversaria.

Due personaggi per una sfida sempre ostica e sentita e alla fine il punteggio ne è chiara testimonianza. Benevento – Messina nell’immaginario dei tifosi, da una parte e dall’altra, ha sempre un peso specifico importante. Tra una finale play off entrata nella storia, sfide sentite, l’addio con gol di D’Isidoro, testa a testa e striscioni dedicati a Marina La Rosa (messinese del Grande fratello), il confronto non lascia mai indifferenti e che ha pagine importanti da raccontare.

L’unica cosa che ha messo d’accordo tutti: la passerella dei giovani calciatori del Benevento. Cori coi tifosi del Benevento e applausi da parte dei messinesi. I bambini, in fondo, vengono premiati sempre per il loro entusiasmo e la loro innocenza che non gli fa avere appartenenza.