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Benevento- E’ arrivato a casa Barry. Lo ha fatto grazie al popolo beneventano. Ora la sua salma è lontana migliaia di chilometri, ma il suo ricordo è qui, dentro chiunque lo abbia conosciuto. La sala consiliare del Comune di Benevento accoglie amici, docenti, conoscenti del povero Barry, venuto a mancare il 24 gennaio presso l’Ospedale Civile di Benevento per un male rivelatosi incurabile.

Una storia straziante, dal risvolto sociale che lascia il segno. Una comunità, quella sannita che si è stretta intorno al 21enne della Guinea, dimostrando grande solidarietà. In pochissimi giorni, raccolti circa 5800 euro, somma utile per poter recapitare la sua salma nella sua tribù in Africa, dove è arrivata ieri ed ha avuto inizio la veglia che durerà 18 giorni.

“I restanti risparmi – ha dichiarato la sua docente di lingue Basile – sono stati consegnati alla famiglia e torneranno utili per qualche settimana. E’ meraviglioso quello che ha fatto Benevento, un segnale importante in un momento così complesso in tema di immigrazione e integrazione. Da qui, l’idea di creare una biblioteca, magari col suo nome”.

La docente Lucia Squillante che con grande coraggio e cercando di non tradire l’emozione, ha scavato nel cuore dei presenti, tirando fuori tanti racconti ed aneddoti della vita “beneventana” di Barry: “La prima cosa che mi viene in mente – ha dichiarato Lucy (così la chiamava Barry) – è la sua caparbietà che lo ha accompagnato da Lampedusa fino a qui. Voleva imparare la lingua, il primo mezzo di comunicazione per dire chi sei. Non ha perso mai un giorno di lezione in due anni, tanti sacrifici per ottenere il diploma del CPIA. Si metteva al servizio degli altri per facilitarne l’apprendimento. Poi c’è il suo coraggio, quando diceva che la sua paura non era stato il tortuoso viaggio, ma quello che aveva visto in patria, quando magari un amico viene sparato ed ucciso senza un motivo”.

Ed allora l’incontro diventa un susseguirsi di richieste di microfono per regalare alla platea un ricordo di Barry. Dalle altre docenti Annamaria Mollo e Miriam Maccauro, dal dirigente del centro provinciale istruzione degli adulti, Antonio Gaita (da brividi la sua lettera) passando per il console guineano in Italia che ha parlato con tanto di occhiali da sole per nascondere una naturale e legittima emozione. 

La comunità napoletana ha ribadito un concetto che aumenta la fierezza del popolo sannita: “Cinque decessi di cittadini guineani in Italia, solo la salma di Barry è tornata a casa. Nelle altre circostanze, tra Campobasso e Capua, abbiamo dovuto fare una raccolta tra noi suoi concittadini senza risolvere il problema, qui a Benevento una mosca bianca che deve riempirvi d’orgoglio”.

In chiusura, dopo il saluto di tre suoi carissimi amici, l’intervento singhiozzante della dottoressa Isabella Carlucci ha emozionato un po’ tutti: “Abbiamo fatto il possibile in ospedale, Barry lascia un vuoto incolmabile, non potrò mai dimenticarlo. In tema di accoglienza possiamo fare ancora di più, è assurdo che alcuni pazienti non abbiano voluto condividere la stanza con lui…”