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Mimmo Paladino è stato il protagonista della ‘prima’ in piazza Santa Sofia del Bct, il festival ideato da Antonio Frascadore. Nella serata di apertura della settima edizione in il grande pittore e scultore sannita è stato intervistato da Martina Riva sulla Divina cometa, il film di cui ha curato la regia, e che l’autore ha concepito come un viaggio immersivo nell’arte in tutte le sue forme. A “interpretare” lo sguardo dell’autore è Dante Alighieri che non si cala negli inferi ma in una sorta di presepe napoletano. Presenti all’evento il sindaco della città di origine del Maestro, Paduli, Mimmo Vessichelli e quello beneventano Clemente Mastella, città nella quale Paladino ha studiato; in platea anche la moglie dell’ex Ministro, Sandra Lonardo.

In molti si attendevano dal Maestro qualche anticipazione o dettaglio sull’opera scultorea che Paladino sta realizzando per completare degnamente il restyling della Stazione ferroviaria di piazza Colonna i cui lavori si sono avviati proprio in questi giorni; ma sulla statua non è stato detto nulla. Ma il legame di Paladino con la città di Benevento è già fortissimo e straordinario avendo il Maestro donato la sua genialità ad uno degli angoli più suggestivi in assoluto del capoluogo, ovvero l’Hortus Conclusus. 

Del resto, il maestro per realizzare la sua seconda regia cinematografica, dopo il Quijote del 2006 con Lucio Dalla, ha voluto come location piazza Giacomo MatteottiSanta Sofia, e i paesi di Apice e  ovviamente Paduli. “Non mi sento emozionato, essere qui e parlare del film. Sono a casa. Benevento è una città metafisica e volevo creare quest’atmosfera” ha detto il Maestro per spiegare il suo legame non solo anagrafico con la città.

Sulla scena di piazza Santa Sofia per la Divina cometa ha fatto la sua apparizione per una scena del film anche il cantautore Francesco De Gregori con un asino. Il Maestro di Paduli ha spiegato così quella partecipazione: “Io De Gregori l’ho conosciuto tramite Lucio Dalla. Lui era una persona schiva eppure la scena per me è uscita molto bene con l’asino”. Molto sentito e caloroso anche l’omaggio che Paladino ha voluto tributare allo scomparso Lucio Dalla, il cantautore, il polistrumentista, il musicista che nel 2006 firmò con le sua musica il primo film dell’artista di Paduli.

Tanti i volti noti a presenti nel film oltre all’autore della “Donna cannone”: Alessandro Haber, Toni Servillo,  Nino D’Angelo, insomma molti nomi di grande notorietà e spessore la cui presenza Paladino ha così spiegato con ironia: “Ho raccattato genialità tramite le mie amicizie”. E quando la giornalista ha incalzato Paladino sul motivo di fare un film su Dante Alighieri, l’artista ha confessato: “Quando frequentavo la scuola Dante non lo sopportavo proprio, poi l’ho riscoperto molto più avanti”.

Paladino ha poi dato questa spiegazione circa il suo amore e la sua predisposizione artistica: “Io credo di averla sin da piccolo, altrimenti non avrei saputo cosa fare nella vita”.

Passando ad una degli argomenti più spinoso e delicato del dibattito politico-culturale e filosofico, ovvero sull’intelligenza artificiale ha ammesso: “Non so nemmeno cosa si tratta. Io credo che comunque  l’uomo sia fondamentale sempre al centro del tutto”. In conclusione Paladino è stato omaggiato con un premio dell’organizzazione del Festival poi è stata messa in onda il film nonostante qualche piccolo problema tecnico.